Achille in Sciro, Parigi, Quillau, 1755

 SCENA VII
 
  Gran sala illuminata in tempo di notte corrispondente a diversi appartamenti parimente illuminati. Tavola nel mezzo, credenze all’intorno, logge nell’alto ripiene di musici e spettatori.
 
 LICOMEDE, TEAGENE, ULISSE e DEIDAMIA seduti a mensa. ARCADE in piedi accanto ad Ulisse. ACHILLE in piedi accanto a Deidamia; e per tutto cavalieri, damigelle e paggi
 
 CORO
 
    Lungi lungi, fuggite fuggite,
 cure ingrate, molesti pensieri;
640no, non lice del giorno felice
 che un istante si venga a turbar.
 
    Dolci affetti, diletti sinceri
 porga amore, ministri la pace.
 E da' moti di gioia verace
645lieta ogn'alma si senta agitar.
 
    Lungi lungi, fuggite fuggite,
 cure ingrate, molesti pensieri;
 no, non lice del giorno felice
 che un istante si venga a turbar.
 
 LICOMEDE
650Fumin le tazze intorno
 di cretense liquor.
 DEIDAMIA
                                    Pirra, lo sai;
 se di tua man non viene,
 l'ambrosia degli dei
 vil bevanda parrebbe a' labbri miei.
 ACHILLE
655Ubbidisco. Ah da questa
 ubbidienza mia
 vedi se fido sia di Pirra il core.
 TEAGENE
 (Che strano affetto!) (Guardando Deidamia ed Achille)
 ACHILLE
                                         (Oh tirannia d'amore!) (Nell’andare a prender la tazza)
 LICOMEDE
 Quando da' greci lidi i vostri legni
660l'ancora scioglieranno? (Ad Ulisse)
 ULISSE
                                             Al mio ritorno.
 TEAGENE
 Son già tutti raccolti?
 ULISSE
                                          Altro non manca
 che il soccorso di Sciro.
 LICOMEDE
                                             Oh qual mi toglie
 spettacolo sublime
 la mia canuta età!
 ULISSE
                                    (Non si trascuri (Un paggio porge la tazza ad Achille, egli nel prenderla sente il discorso artificioso d’Ulisse e resta attonito ad ascoltarlo)
665l'opportuno momento). È di te degna,
 gran re, la brama. Ove mirar più mai
 tant'armi, tanti duci,
 tante squadre guerriere,
 tende, navi, cavalli, aste e bandiere?
670Tutta Europa v'accorre. Omai son vuote
 le selve e le città. Da' padri istessi,
 da' vecchi padri invidiata e spinta
 la gioventù proterva
 corre all'armi fremendo. (Arcade, osserva).
 DEIDAMIA
675Pirra.
 ACHILLE
              È ver. (Si riscuote, prende la tazza, s’incamina, poi torna a fermarsi)
 ULISSE
                            Chi d'onore
 sente stimoli in sen, chi sa che sia
 desio di gloria or non rimane. Appena
 restano e quasi a forza
 le vergini, le spose; e alcun che dura
680necessità trattien col ciel s'adira,
 come tutti gli dei l'abbiano in ira.
 DEIDAMIA
 Ma Pirra.
 ACHILLE
                     Eccomi. (Va con la tazza a Deidamia)
 DEIDAMIA
                                      (Ingrato! (Piano ad Achille nel prendere la tazza)
 Questi di poco amor segni non sono?)
 ACHILLE
 (Non ti sdegnar; bell'idol mio, perdono).
 LICOMEDE
685Olà rechisi a Pirra
 l'usata cetra; a lei Deidamia imponi
 che alle corde sonore
 la voce unisca e la maestra mano;
 tutto farà per te.
 DEIDAMIA
                                 Pirra, se m'ami
690seconda il genitore.
 ACHILLE
 Tu il vuoi? Si faccia. (Oh tirannia d'amore!) (Un paggio gli presenta la cetra ed altri pongono un sedile da un lato della scena, a vista della mensa)
 TEAGENE
 (Tanto amor non comprendo).
 ULISSE
 Arcade adesso è tempo. Intendi? (Piano ad Arcade)
 ARCADE
                                                               Intendo. (Piano ad Ulisse e parte. Achille canta accompagnandosi con la lira)
 ACHILLE
 
    Se un core annodi,
695se un'alma accendi,
 che non pretendi,
 tiranno amor?
 
    Vuoi che al potere
 delle tue frodi
700ceda il sapere,
 ceda il valor.
 
 CORO
 
    Se un core annodi,
 se un'alma accendi,
 che non pretendi,
705tiranno amor?
 
 ACHILLE
 
    Se in bianche piume
 de' numi il nume
 canori accenti
 spiegò talor,
 
710   se fra gli armenti
 muggì negletto,
 fu solo effetto
 del tuo rigor.
 
 CORO
 
    Se un core annodi,
715se un'alma accendi,
 che non pretendi,
 tiranno amor?
 
 ACHILLE
 
    De' tuoi seguaci
 se a far si viene,
720sempre in tormento
 si trova un cor.
 
    e vuoi che baci
 le sue catene,
 che sia contento
725del suo dolor.
 
 CORO
 
    Se un core annodi,
 se un'alma accendi,
 che non pretendi,
 tiranno amor?
 
 LICOMEDE
730Questi chi son? (Al comparir de’ doni portati da’ seguaci d’Ulisse, s’interrompe il canto d’Achille)
 ULISSE
                                Son miei seguaci e al piede
 portan di Licomede
 questi per cenno mio piccioli doni
 che d'Itaca recai. Lo stile usato
 d'ospite non ingrato
735giusto è che siegua anch'io. Se troppo osai,
 il costume m'assolva.
 LICOMEDE
                                         Eccede i segni
 sì generosa cura.
 ACHILLE
                                  (Oh ciel! Che miro!) (Avvedendosi dell’armatura che venne fra’ doni)
 LICOMEDE
 Mai non si tinse in Tiro
 porpora più vivace. (Ammirando le vesti)
 TEAGENE
                                       Altri finora (Ammirando i vasi)
740sculti vasi io non vidi
 di magistero egual.
 DEIDAMIA
                                      L'eoa marina (Ammirando le gemme)
 non ha lucide gemme al par di quelle.
 ACHILLE
 Ah chi vide finora armi più belle? (Si leva per andare a vedere più da vicino le armi)
 DEIDAMIA
 Pirra, che fai? Ritorna
745agl'interrotti carmi.
 ACHILLE
 (Che tormento crudele!) (Torna a sedere) (Di dentro)
                                                All'armi, all'armi. (S’ode gran strepito d’armi e d’istromenti militari. Tutti si levano spaventati, solo Achille resta sedendo in atto feroce)
 LICOMEDE
 Qual tumulto è mai questo?
 ARCADE
                                                     Ah corri, Ulisse, (Simulando spavento)
 corri l'impeto insano
 de' tuoi seguaci a raffrenar.
 ULISSE
                                                     Che avvenne? (Fingendo esser sorpreso)
 ARCADE
750Non so per qual cagion fra lor s'accese
 e i custodi reali
 feroce pugna. Ah qui vedrai fra poco
 lampeggiar mille spade.
 DEIDAMIA
                                               Aita, oh numi!
 Dove corro a celarmi? (Parte intimorita)
 TEAGENE
755Fermati, principessa. (Parte seguendola) (Di dentro)
                                           All'armi, all'armi. (S’ode strepito d’armi. Licomede snudando la spada corre al tumulto. Fugge ognuno. Ulisse si ritira in disparte con Arcade ad osservare Achille che si leva già invaso d’estro guerriero)