Achille in Sciro, Parigi, Quillau, 1755

 SCENA XI
 
 DEIDAMIA, poi TEAGENE
 
 DEIDAMIA
 Achille m'abbandona!
 Mi lascia Achille! E sarà vero? E come,
 come poté l'ingrato
 pensarlo solo e non morir! Son queste
845le promesse di fede?
 Le proteste d'amor? Così?... Ma intanto
 ch'io mi struggo in querele,
 l'empio scioglie le vele. Andiam, si tenti
 di trattenerlo. Il mio dolor capace
850di riguardi or non è. Vadasi e quando
 né pur questo mi giovi, almen sul lido
 spirar mi vegga e parta poi l'infido.
 TEAGENE
 Amata principessa.
 DEIDAMIA
                                      (Oh me infelice! (Con impazienza)
 Che inciampo è questo!)
 TEAGENE
                                                Io del tuo cor vorrei
855intender meglio...
 DEIDAMIA
                                    Or non è tempo. (In atto di partire)
 TEAGENE
                                                                    Ascolta. (Seguendola)
 DEIDAMIA
 Non posso.
 TEAGENE
                       Un solo istante.
 DEIDAMIA
                                                     Oh numi! (Impaziente)
 TEAGENE
                                                                          Alfine
 mia sposa al nuovo giorno...
 DEIDAMIA
 Ma per pietà, non mi venir d'intorno.
 
    Non vedi, tiranno,
860ch'io moro d'affanno?
 Che bramo che in pace
 mi lasci morir?
 
    Che ho l'alma sì oppressa
 che tutto mi spiace,
865che quasi me stessa
 non posso soffrir? (Parte)