Achille in Sciro, Parigi, Quillau, 1755

 SCENA III
 
 DEIDAMIA e detti
 
 DEIDAMIA
 Achille, ah dove vai? Fermati, Achille. (Achille si rivolge, vede Deidamia e s’arrestano entrambi guardandosi attentamente senza parlare)
 ULISSE
 (Or sì ch'io mi sgomento). (Avendo lasciato Achille)
 ARCADE
950(E la gloria e l'amore ecco a cimento).
 DEIDAMIA
 Barbaro! È dunque vero? (Con passione ma senza sdegno)
 Dunque lasciar mi vuoi?
 ULISSE
                                                (Se a lei rispondi, (Piano ad Achille)
 sei vinto).
 ACHILLE
                      (Tacerò). (Ad Ulisse)
 DEIDAMIA
                                         Questa, o crudele,
 questa bella mercede
955serbavi a tanto amore! Alma sì atroce
 celò quel dolce aspetto! Andate adesso,
 credule amanti; alle promesse altrui
 date pur fé. Quel traditor poc'anzi
 mi giurava costanza; in un momento
960tutto pose in oblio;
 parte, mi lascia e senza dirmi addio.
 ACHILLE
 Ah!
 ARCADE
           (Non resiste).
 DEIDAMIA
                                       E qual cagion ti rese
 mio nemico in un punto? Io che ti feci
 misera me? Di qual delitto è pena
965quest'odio tuo?
 ACHILLE
                               No, principessa...
 ULISSE
                                                                 Achille.
 ACHILLE
 Due soli accenti. (Ad Ulisse)
 ULISSE
                                  (Aimè!)
 ACHILLE
                                                    No, principessa,
 non son qual tu mi chiami
 traditore o nemico. Eterna fede
 giurai, la serberò. Legge d'onore
970mi toglie a te; ma tornerò più degno
 de' cari affetti tuoi. S'io parto e taccio,
 odio non è né sdegno
 ma timore e pietà. Pietà del tuo
 troppo vivo dolor, tema del mio
975valor poco sicuro; uno previdi;
 non mi fidai dell'altro. Io so che m'ami,
 cara, più di te stessa; io sento...
 ULISSE
                                                           Achille.
 ACHILLE
 Eccomi.
 ARCADE
                  (E pur non viene).
 ACHILLE
                                                      Io sento in petto...
 DEIDAMIA
 Non più; troppo, lo veggo,
980troppo trascorsi. Al grand'amor perdona
 i miei trasporti. È ver; sé stesso Achille
 deve alla Grecia, al mondo
 ed alle glorie sue. Va'; non pretendo
 d'interromperne il corso. Avrai seguaci
985gli affetti, i voti miei. Ma già ch'io deggio
 restar senza di te, sia meno atroce,
 sia men subito il colpo. Abbia la mia
 vacillante virtù tempo a raccorre
 le forze sue. Chiedo un sol giorno; e poi
990vattene in pace. Ah non si niega a' rei
 tanto spazio a morir; temer degg'io
 ch'abbia a negarsi a me?
 ARCADE
                                                (Se un giorno ottiene,
 tutto otterrà).
 DEIDAMIA
                            Pensi! Non parli! E fisse
 tieni le luci al suol?
 ACHILLE
                                      Che dici, Ulisse? (Ad Ulisse quasi con timore)
 ULISSE
995Che signor di te stesso
 puoi partir, puoi restar, che a me non lice
 premer più questo suolo,
 che a venir ti risolva o parto solo.
 ACHILLE
 (Che angustia!)
 DEIDAMIA
                                E ben, rispondi.
 ACHILLE
                                                                Io resterei
1000ma... udisti? (Accennandole Ulisse)
 ULISSE
                           E ben, risolvi.
 ACHILLE
                                                       Io verrei teco
 ma... vedi? (Accennandogli Deidamia)
 DEIDAMIA
                         Eh già comprendo.
 Già di partir scegliesti;
 va', ingrato. Addio. (Mostrando partire)
 ACHILLE
                                       Ferma, Deidamia. (Seguendola)
 ULISSE
                                                                           Intendo.
 Hai la dimora eletta;
1005resta, imbelle; io ti lascio. (Mostrando partire)
 ACHILLE
                                                  Ulisse, aspetta.
 DEIDAMIA
 Che vuoi?
 ULISSE
                      Che brami?
 ACHILLE
                                              A compiacerti... (Oh stelle! (A Deidamia, poi da sé)
 È debolezza). A seguitarti... (Oh numi! (Ad Ulisse)
 È crudeltà). Sì la mia gloria esige...
 No l'amor mio non soffre... Oh gloria! Oh amore!
 ARCADE
1010(È dubbio ancor chi vincerà quel core).
 DEIDAMIA
 E ben, giacché ti costa
 sì picciola pietà pena sì grande,
 più non la chiedo. Or da te voglio un dono
 ch'è più degno di te. Parti; ma prima
1015quel glorioso acciaro
 immergi in questo sen. L'opra pietosa
 giova ad entrambi. Ad avvezzarti, Achille,
 tu cominci alle stragi; io fuggo almeno
 un più lungo morir. Tu lieto vai
1020senza aver chi t'arresti; io son contenta
 che quella destra amata (Piange)
 arbitra di mia sorte,
 se vita mi niegò, mi dia la morte.
 ARCADE
 (Io cederei).
 DEIDAMIA
                          L'ultimo dono...
 ACHILLE
                                                         Ah taci,
1025ah non pianger, mia vita. Ulisse, ormai
 l'opporsi è tirannia.
 ULISSE
                                       Lo veggo.
 ACHILLE
                                                           Alfine
 non chiede che un sol giorno. Un giorno solo
 ben puoi donarmi.
 ULISSE
                                     Oh questo no. Men vado
 d'Achille a' duci argivi
1030le glorie a raccontar. Da me sapranno
 qual nobile sudor le macchie indegne
 lavi del nome suo, quai scuse illustri
 fa degli ozi di Sciro
 già la tua spada, e di qual serie augusta
1035va per te di trofei la fama onusta.
 ACHILLE
 Ma valor non si perde...
 ULISSE
                                              Eh di valore
 più non parlar. Spoglia quell'armi; a Pirra
 non sarian che d'impaccio. Olà rendete
 la gonna al nostro eroe; riposi ormai,
1040che sotto l'elmo ha già sudato assai.
 ARCADE
 (Vuol destarlo e lo punge).
 ACHILLE
                                                   Io Pirra! Oh dei!
 La gonna a me! (Ad Ulisse)
 ULISSE
                                No; d'animo virile
 desti gran prova inver. Non sei capace
 di vincere un affetto.
 ACHILLE
                                         Ah meglio impara
1045a conoscere Achille. Andiam. (Risoluto)
 DEIDAMIA
                                                        Mi lasci?
 ACHILLE
 Sì.
 DEIDAMIA
         Come!
 ACHILLE
                        All'onor mio
 è funesto il restar; Deidamia, addio. (Achille parte risoluto ed ascende il ponte della nave, dove poi s’arresta. Ulisse ed Arcade il van seguendo. Deidamia rimane alcun tempo immobile)
 ARCADE
 (Sentì lo sprone).
 ULISSE
                                   (E pur non son sicuro).
 DEIDAMIA
 Ah perfido! Ah spergiuro!
1050Barbaro! Traditor! Parti? E son questi
 gli ultimi tuoi congedi! Ove s'intese
 tirannia più crudel? Va', scellerato,
 va' pur; fuggi da me; l'ira de' numi
 non fuggirai. Se v'è giustizia in cielo,
1055se v'è pietà, congiureranno a gara
 tutti, tutti a punirti. Ombra seguace
 presente ovunque sei
 vedrò le mie vendette. Io già le godo
 immaginando; i fulmini ti veggo
1060già balenar d'intorno... Ah no fermate,
 vindici dei. Di tanto error se alcuno
 forza è che paghi il fio,
 risparmiate quel cor, ferite il mio.
 S'egli ha un'alma sì fiera,
1065s'ei non è più qual era, io son qual fui;
 per lui vivea, voglio morir per lui. (Sviene sopra un sasso)
 ACHILLE
 Lasciami. (Ad Ulisse)
 ULISSE
                      Dove corri?
 ACHILLE
 A Deidamia in aiuto.
 ULISSE
                                         Ah dunque...
 ACHILLE
                                                                   E speri
 ch'io l'abbandoni in questo stato?
 ULISSE
                                                               È questa
1070di valore una prova.
 ACHILLE
                                       Eh tu pretendi (Sdegnoso)
 prove di crudeltà non di valore.
 Scostati, Ulisse. (Si fa strada con impeto e corre a Deidamia)
 ARCADE
                                 (Ha trionfato amore).
 ACHILLE
 Principessa, ben mio, sentimi. Oh numi!
 L'infelice non ode. Apri le luci,
1075guardami; Achille è teco.
 ULISSE
                                                Arcade, il tempo
 di sperar più vittoria ora non parmi;
 cediamo il campo. Adopreremo altr'armi. (Parte con Arcade non veduto da Achille)