Didone abbandonata, Parigi, Hérissant, 1780

 SCENA XVIII
 
 DIDONE, SELENE ed OSMIDA
 
 OSMIDA
 Cedi a Iarba, o Didone.
 SELENE
 Conserva con la tua la nostra vita.
 DIDONE
 Solo per vendicarmi
 del traditore Enea,
1325che è la prima cagion de' mali miei,
 l'aure vitali io respirar vorrei.
 Ah! Faccia il vento almeno,
 facciano almen gli dei le mie vendette.
 E folgori e saette
1330e turbini e tempeste
 rendano l'aure e l'onde a lui funeste.
 Vada ramingo e solo; e la sua sorte
 così barbara sia
 che si riduca ad invidiar la mia.
 SELENE
1335Deh modera il tuo sdegno. Anch'io l'adoro
 e soffro il mio tormento.
 DIDONE
                                               Adori Enea!
 SELENE
 Sì, ma per tua cagione...
 DIDONE
                                               Ah disleale!
 Tu rivale al mio amor?
 SELENE
                                            Se fui rivale,
 ragion non hai...
 DIDONE
                                 Dagli occhi miei t'invola;
1340non accrescer più pene
 ad un cor disperato.
 SELENE
 (Misera donna, ove la guida il fato!) (Parte)