Didone abbandonata, Parigi, Hérissant, 1780

 SCENA XIX
 
 DIDONE ed OSMIDA
 
 OSMIDA
 Crescon le fiamme e tu fuggir non curi?
 DIDONE
 Mancano più nemici? Enea mi lascia,
1345trovo Selene infida,
 Iarba m'insulta e mi tradisce Osmida.
 Ma che feci, empi numi? Io non macchiai
 di vittime profane i vostri altari;
 né mai di fiamma impura
1350feci l'are fumar per vostro scherno.
 Dunque perché congiura
 tutto il ciel contro me, tutto l'inferno?
 OSMIDA
 Ah pensa a te; non irritar gli dei.
 DIDONE
 Che dei? Son nomi vani,
1355son chimere sognate o ingiusti sono.
 OSMIDA
 (Gelo a tanta empietade e l'abbandono). (Parte. Poco dopo si
 vedono cadere alcune fabbriche e dilatarsi le fiamme nella
 reggia)