Achille in Sciro, Torino, Reale, 1757

 SCENA II
 
 NEARCO e detti
 
 NEARCO
                                 (Ecco gli amanti). E deggio
60sempre così tremar per voi? Vel dissi
 pur mille volte; è troppo chiara ormai
 questa vostra imprudente
 cura di separarvi
 sempre dalle compagne; ognun la vede,
65ne parla ognuno. Andate al re; son tutte
 l'altre già nella reggia.
 ACHILLE
                                           Il suon guerriero, (Achille intento ad altro non l’ascolta)
 che da que' legni uscì, d'armati e d'armi
 mostra che vengan gravi.
 DEIDAMIA
                                                (Oh come in volto (Piano a Nearco)
 già tutto avvampa! Usar conviene ogn'arte
70per trarlo altrove).
 NEARCO
                                     E non partite?
 ACHILLE
                                                                  Or ora,
 principessa, verrò. Quei legni in porto
 bramo veder.
 DEIDAMIA
                            Come! Ch'io parta e lasci
 te in periglio sì grande? Ah tu, lo vedo,
 ne saresti capace; e dal tuo core (Turbata)
75misuri il mio. So già, crudele...
 ACHILLE
                                                          Andiamo.
 Non ti sdegnar. Con un tuo sguardo irato
 mi fai morir.
 DEIDAMIA
                           No; non è vero, ingrato.
 
    No, ingrato, amor non senti
 o se pur senti amor,
80perder non vuoi del cor
 per me la pace.
 
    Ami, se tel rammenti;
 e puoi senza penar
 amare e disamar,
85quando ti piace. (Deidamia parte. Achille s’incammina appresso a Deidamia; ma giunto alla scena si volge e s’arresta di nuovo a mirar le navi già avvicinate a segno che su la sponda di una d’esse possa già distinguersi un guerriero)