Achille in Sciro, Torino, Reale, 1757

 SCENA VII
 
  Gran sala illuminata in tempo di notte, corrispondente a diversi appartamenti parimente illuminati. Tavola nel mezzo, credenze all’intorno, logge nell’alto ripiene di musici e spettatori.
 
 LICOMEDE, TEAGENE, ULISSE e DEIDAMIA seduti a mensa. ARCADE in piedi accanto ad Ulisse. ACHILLE in piedi accanto a Deidamia; e per tutto cavalieri, damigelle e paggi
 
 CORO
 
    Lungi, lungi, fuggite, fuggite,
640cure ingrate, molesti pensieri;
 no, non lice del giorno felice
 che un istante si venga a turbar.
 
    Dolci affetti, diletti sinceri
 porga amore, ministri la pace.
645E da' moti di gioia verace
 lieta ogn'alma si senta agitar.
 
    Lungi, lungi, fuggite, fuggite,
 cure ingrate, molesti pensieri;
 no, non lice del giorno felice
650che un istante si venga a turbar.
 
 LICOMEDE
 Fumin le tazze intorno
 di cretense liquor.
 DEIDAMIA
                                    Pirra, lo sai;
 se di tua man non viene,
 l'ambrosia degli dei
655vil bevanda parrebbe a' labbri miei.
 ACHILLE
 Ubbidisco. Ah da questa
 ubbidienza mia
 vedi se fido sia di Pirra il core.
 TEAGENE
 (Che strano affetto!) (Guardando Deidamia ed Achille)
 ACHILLE
                                         (Oh tirannia d'amore!) (Nell’andare a prender la tazza)
 LICOMEDE
660Quando da' greci lidi i vostri legni
 l'ancora scioglieranno? (Ad Ulisse)
 ULISSE
                                             Al mio ritorno.
 TEAGENE
 Son già tutti raccolti?
 ULISSE
                                          Altro non manca
 che il soccorso di Sciro.
 LICOMEDE
                                             Oh qual mi toglie
 spettacolo sublime
665la mia canuta età!
 ULISSE
                                    (Non si trascuri (Un paggio porge la tazza ad Achille; egli nel prenderla sente il discorso artifizioso d’Ulisse e resta attonito ad ascoltarlo)
 l'opportuno momento). È di te degna,
 gran re, la brama. Ove mirar più mai
 tant'armi, tanti duci,
 tante squadre guerriere,
670tende, navi, cavalli, aste e bandiere?
 Tutta Europa v'accorre. Omai son vuote
 le selve e le città. Da' padri istessi,
 da' vecchi padri invidiata e spinta
 la gioventù proterva
675corre all'armi fremendo. (Arcade, osserva).
 DEIDAMIA
 Pirra!
 ACHILLE
               È ver. (Si riscuote, prende la tazza, s’incammina, poi torna a fermarsi)
 ULISSE
                             Chi d'onore
 sente stimoli in sen, chi sa che sia
 desio di gloria or non rimane. Appena
 restano e quasi a forza
680le vergini, le spose; e alcun, che dura
 necessità trattien, col ciel s'adira,
 come tutti gli dei l'abbiano in ira.
 DEIDAMIA
 Ma, Pirra.
 ACHILLE
                      Eccomi. (Va con la tazza a Deidamia)
 DEIDAMIA
                                       (Ingrato! (Piano ad Achille nel prendere la tazza)
 Questi di poco amor segni non sono?)
 ACHILLE
685(Non ti sdegnar; bell'idol mio, perdono).
 LICOMEDE
 Olà rechisi a Pirra
 l'usata cetra; a lei, Deidamia, imponi
 che alle corde sonore
 la voce unisca e la maestra mano;
690tutto farà per te.
 DEIDAMIA
                                 Pirra, se m'ami,
 seconda il genitore.
 ACHILLE
 Tu il vuoi? Si faccia. (Oh tirannia d'amore!) (Un paggio gli presenta la cetra ed altri pongono un sedile da un lato della scena a vista della mensa)
 TEAGENE
 (Tanto amor non comprendo).
 ULISSE
 Arcade, adesso è tempo. Intendi? (Piano ad Arcade)
 ARCADE
                                                                Intendo. (Piano ad Ulisse e parte. Achille canta accompagnandosi con la lira)
 ACHILLE
 
695   Se un core annodi,
 se un'alma accendi,
 che non pretendi,
 tiranno amor?
 
    Vuoi che al potere
700delle tue frodi
 ceda il sapere,
 ceda il valor.
 
 CORO
 
    Se un core annodi,
 se un'alma accendi,
705che non pretendi,
 tiranno amor?
 
 ACHILLE
 
    Se in bianche piume
 de' numi il nume
 canori accenti
710spiegò talor,
 
    se fra gli armenti
 muggì negletto,
 fu solo effetto
 del tuo rigor.
 
 CORO
 
715   Se un core annodi,
 se un'alma accendi,
 che non pretendi,
 tiranno amor?
 
 ACHILLE
 
    De' tuoi seguaci
720se a far si viene,
 sempre in tormento
 si trova un cor.
 
    E vuoi che baci
 le sue catene,
725che sia contento
 del suo dolor.
 
 CORO
 
    Se un core annodi,
 se un'alma accendi,
 che non pretendi,
730tiranno amor?
 
 LICOMEDE
 Questi chi son? (Al comparir de’ doni portati da’ seguaci d’Ulisse, s’interrompe il canto d’Achille)
 ULISSE
                                Son miei seguaci; e al piede
 portan di Licomede
 questi per cenno mio piccioli doni
 che d'Itaca recai. Lo stile usato
735d'ospite non ingrato
 giusto è che siegua anch'io. Se troppo osai,
 il costume m'assolva.
 LICOMEDE
                                         Eccede i segni
 sì generosa cura.
 ACHILLE
                                  (Oh ciel! Che miro!) (Avvedendosi dell’armatura che venne fra’ doni)
 LICOMEDE
 Mai non si tinse in Tiro
740porpora più vivace. (Ammirando le vesti)
 TEAGENE
                                       Altri finora (Ammirando i vasi)
 sculti vasi io non vidi
 di magistero egual.
 DEIDAMIA
                                      L'eoa marina (Ammirando le gemme)
 non ha lucide gemme al par di quelle.
 ACHILLE
 Ah chi vide finora armi più belle? (Si leva per andare a vedere più da vicino le armi)
 DEIDAMIA
745Pirra, che fai? Ritorna
 agl'interrotti carmi.
 ACHILLE
 (Che tormento crudele!) (Torna a sedere) (Di dentro)
                                                All'armi, all'armi. (S’ode gran strepito d’armi e d’istromenti militari. Tutti si levano spaventati, solo Achille resta sedendo in atto feroce)
 LICOMEDE
 Qual tumulto è mai questo?
 ARCADE
                                                     Ah corri, Ulisse, (Simulando spavento)
 corri l'impeto insano
750de' tuoi seguaci a raffrenar.
 ULISSE
                                                     Che avvenne? (Fingendo esser sorpreso)
 ARCADE
 Non so per qual cagion fra lor s'accese
 e i custodi reali
 feroce pugna. Ah qui vedrai fra poco
 lampeggiar mille spade.
 DEIDAMIA
                                               Aita, oh numi!
755Dove corro a celarmi? (Parte intimorita)
 TEAGENE
 Fermati principessa. (Parte seguendola) (Di dentro)
                                          All'armi, all'armi. (S’ode strepito d’armi. Licomede snudando la spada corre al tumulto. Fugge ognuno. Ulisse si ritira in disparte con Arcade ad osservare Achille che si leva già invaso d’estro guerriero)