Achille in Sciro, Parigi, Hérissant, 1780

 SCENA II
 
 NEARCO e detti
 
 NEARCO
                                 (Ecco gli amanti). E deggio
60sempre così tremar per voi? Vel dissi
 pur mille volte; è troppo chiara ormai
 questa vostra imprudente
 cura di separarvi
 sempre dalle compagne; ognun la vede,
65ne parla ognuno. Andate al re. Son tutte
 l'altre già nella reggia.
 ACHILLE
                                           Il suon guerriero, (Achille intento ad altro non l’ascolta)
 che da que' legni uscì, d'armati e d'armi
 mostra che vengan gravi.
 DEIDAMIA
                                                (Oh come in volto (Piano a Nearco)
 già tutto avvampa! Usar conviene ogni arte
70per trarlo altrove).
 NEARCO
                                     E non partite?
 ACHILLE
                                                                  Or ora,
 principessa, verrò. Que' legni in porto
 bramo veder.
 DEIDAMIA
                            Come! Ch'io parta e lasci
 te in periglio sì grande? Ah tu, lo vedo, (Turbata)
 ne saresti capace; e dal tuo core
75misuri il mio. So già, crudele...
 ACHILLE
                                                          Andiamo;
 non ti sdegnar. Con un tuo sguardo irato
 mi fai morir.
 DEIDAMIA
                           No, non è vero, ingrato.
 
    No, ingrato, amor non senti;
 o, se pur senti amor,
80perder non vuoi del cor
 per me la pace.
 
    Ami, se tel rammenti;
 e puoi senza penar
 amare e disamar
85quando ti piace. (Deidamia parte. Achille s’incammina appresso a Deidamia; ma giunto alla scena si volge e s’arresta di nuovo a mirar le navi già avvicinate a tal segno che su la sponda di una d’esse possa distinguersi un guerriero)