Ciro riconosciuto, Vienna, s. n., 1736

 SCENA II
 
 MANDANE, poi ARPAGO
 
 MANDANE
 A quale eccesso arriva
 l'arte di simular! Prestansi il nome
 oggi fra lor gli affetti, onde i sinceri
1090impeti di natura
 chi nasconder non sa gli applica almeno
 a straniera cagion. Pietà d'amico,
 zelo di servo il suo paterno affanno
 volea costui che mi paresse; e quasi
1095mi pose in dubbio. Ah la sventura mia
 dubbia non è; qual più sicura pruova
 che d'Arpago il silenzio? Un tale amico
 che il suo perdé per il mio figlio, a cui
 noto è il mio duol, della cui fé non posso
1100dubbitar senza colpa, a che m'avrebbe
 taciuto il ver? No, Mitridate infido
 con le menzogne tue della vendetta
 non mi turbi il piacer. Così tornasse
 Cambise ad avvertirmi
1105che Alceo spirò.
 ARPAGO
                                Né qui lo veggo; ah dove, (Frettoloso)
 dove mai si nasconde?
 MANDANE
                                            Arpago amato
 che cerchi?
 ARPAGO
                        Alceo. Se nol ritrovo io perdo
 d'ogni mia cura il frutto.
 MANDANE
                                               Altro non brami?
 Non agitarti; io so dov'è.
 ARPAGO
                                               Respiro,
1110lode agli dei. Deh me l'addita; è tempo
 che al popolo si mostri. Altro non manca
 che presentarlo.
 MANDANE
                                Oh generoso amico
 veggo il tuo zel. Con pubblica vendetta
 t'affanni a sodisfarmi. Io ti son grata
1115ma giungi tardi. A vendicarmi io stessa
 già pensai.
 ARPAGO
                       Contro chi?
 MANDANE
                                               Contro l'infame
 uccisor del mio Ciro.
 ARPAGO
                                         Intendi Alceo?
 MANDANE
 Sì.
 ARPAGO
         Guardati Mandane
 di non tentar nulla a suo danno. Alceo
1120è il figlio tuo.
 MANDANE
                           Che!
 ARPAGO
                                       Tel celai temendo
 che i materni trasporti il gran segreto
 potessero tradir.
 MANDANE
                                 Come! Ed è vero...
 ARPAGO
 Nol dubbitar. Tu sai
 se ingannarti poss'io. Ciro è in Alceo;
1125l'educò Mitridate; io gliel recai;
 l'ucciso è un impostor. Serena il volto,
 la tua doglia è finita.
 MANDANE
 Santi numi del ciel, soccorso aita. (Vuol partire)
 ARPAGO
 Dove? Ascolta...
 MANDANE
                                Ah corriam... Son morta; io sento
1130stringermi il cor. (S’appoggia ad un tronco e poi siede)
 ARPAGO
                                   Tu scolorisci in volto!
 Sudi! Tremi! Vacilli!
 MANDANE
                                         Arpago... Ah vanne,
 vola di Trivia al fonte; il figlio mio
 salva, difendi; ei forse spira adesso.
 ARPAGO
 Come...
 MANDANE
                  Ah va' che l'uccide il padre istesso!
 ARPAGO
1135Possenti numi! (Parte in fretta)