Ciro riconosciuto, Parigi, Quillau, 1755

 SCENA PRIMA
 
  Campagna su’ confini della Media, sparsa di pochi alberi ma tutta ingombrata di numerose tende per commodo d’Astiage e della sua corte; da un lato gran padiglione aperto, dall’altro steccati per le guardie reali.
 
 MANDANE seduta e ARPALICE
 
 MANDANE
 Ma di'; non è quel bosco (Con impazienza)
 della Media il confine?
 ARPALICE
                                            È quello.
 MANDANE
                                                               Il loco
 questo non è, dove alla dea triforme
 ogn'anno Astiage ad immolar ritorna
5le vittime votive?
 ARPALICE
                                   Appunto.
 MANDANE
                                                       E scelto
 questo dì, questo loco
 non fu dal genitore al primo incontro
 del ritrovato Ciro?
 ARPALICE
                                     E ben? Per questo
 che mi vuoi dir?
 MANDANE
                                 Che voglio dirti! E dove
10questo Ciro s'asconde?
 Che fa? Perché non viene?
 ARPALICE
                                                   Eh principessa,
 l'ore corron più lente
 che il materno desio. Sai che prescritta
 del tuo Ciro all'arrivo è l'ora istessa
15del sacrificio. Alla notturna dea
 immolar non si vuole
 pria che il sol non tramonti; e or nasce il sole.
 MANDANE
 È ver; ma non dovrebbe
 il figlio impaziente?... Ah ch'io pavento...
20Arpalice...
 ARPALICE
                      E di che? Se Astiage istesso,
 che lo voleva estinto, oggi il suo Ciro
 chiama, attende, sospira.
 MANDANE
                                                E non potrebbe
 finger così?
 ARPALICE
                         Finger! Che dici! E vuoi
 che di tanti spergiuri
25si faccia reo? Che ad ingannarlo il tempo
 scelga d'un sacrificio e far pretenda
 del tradimento suo complici i numi?
 No; col cielo in tal guisa
 non si scherza, o Mandane.
 MANDANE
                                                    E pur se fede
30prestar si dee... Ma chi s'appressa? Ah corri...
 Forse Ciro...
 ARPALICE
                          È una ninfa.
 MANDANE
                                                   È ver. Che pena!
 ARPALICE
 (Tutto Ciro le sembra). E ben?
 MANDANE
                                                          Se fede
 meritan pur le immagini notturne,
 odi qual fiero sogno...
 ARPALICE
                                          Ah non parlarmi
35di sogni, o principessa. È di te indegna
 sì pueril credulità. Tu dei
 più d'ognun detestarla. Un sogno, il sai,
 fu cagion de' tuoi mali. In sogno il padre
 vide nascer da te l'arbor che tutta
40l'Asia copria. N'ebbe timor; ne volle
 interpreti que' saggi, il cui sapere
 sta nel nostro ignorar. Questi, ogni fallo
 usi a lodar ne' grandi, il suo timore
 chiamar prudenza; ed affermar che un figlio
45nascerebbe da te che il trono a lui
 dovea rapir. Nasce il tuo Ciro e a morte,
 oh barbara follia!
 su la fede d'un sogno il re l'invia.
 Né gli bastò. Perché mai più non fosse
50il talamo fecondo
 a te di prole e di timori a lui,
 esule il tuo consorte
 scaccia lungi da te. Vedi a qual segno
 può acciecar questa insana
55vergognosa credenza.
 MANDANE
                                          Eh non è sogno,
 che ormai l'ottava messe
 due volte germogliò, da che perdei
 nato appena il mio Ciro. Oggi l'attendo;
 e mi speri tranquilla?
 ARPALICE
                                           In te credei
60più moderato almeno
 questo materno amor. Perdesti il figlio
 nel partorirlo; ed il terz'anno appena
 compievi allora oltre il secondo lustro.
 In quell'età s'imprime
65leggiermente ogni affetto.
 MANDANE
                                                  Ah non sei madre,
 perciò... Ma non è quello
 Arpago, il padre tuo? Sì. Forse ei viene...
 Arpago...