Ciro riconosciuto, Parigi, Quillau, 1755

 SCENA XI
 
 MANDANE e poi CIRO fuggendo
 
 MANDANE
 Oh padre! Oh sposo! Oh me dolente! E come...
 CIRO
 Bella ninfa... pietà. (Guardandosi indietro)
 MANDANE
                                      Lasciami in pace,
 pastor; la cerco anch'io.
 CIRO
                                             Deh...
 MANDANE
                                                           Parti.
 CIRO
                                                                        Ah senti,
385o ninfa o dea, qualunque sei, che al volto
 non mi sembri mortal.
 MANDANE
                                            Che vuoi?
 CIRO
                                                                 Difesa
 all'innocenza mia. Fuggo dall'ira
 de' custodi reali.
 MANDANE
                                 E il tuo delitto
 qual è?
 CIRO
                 Mentre poc'anzi
390solo al tempio n'andava... Ecco i custodi,
 difendimi.
 MANDANE
                       Nessuno
 s'avanzi ancor. (Qual mai tumulto in petto
 quel pastorel mi desta!)
 CIRO
 (Qual mai per me cara sembianza è questa!)
 MANDANE
395Siegui.
 CIRO
                 Mentre poc'anzi
 solo al tempio n'andava, udii la selva
 di strida femminili
 dal più folto suonar; mi volsi e vidi
 due, non so ben s'io dica
400masnadieri o soldati,
 stranieri al certo, una leggiadra ninfa
 presa rapir. L'atto villano, il volto
 non ignoto al mio cor destommi in seno
 sdegno e pietà. Corro gridando; e il dardo
405vibro contro i rapaci. Al colpo, al grido,
 un ferito di lor, timidi entrambi
 lascian la preda; ella sen fugge ed io
 seguitarla volea, quando importuno
 uom di giovane età, d'atroce aspetto,
410cinto di ricche spoglie
 m'attraversa il camino e vuol ragione
 del ferito compagno; io non l'ascolto,
 per seguir lei che fugge. Offeso il fiero
 dal mio tacer, snuda l'acciaro e corre
415superbo ad assalirmi; io disarmato
 non aspetto l'incontro; a lui m'involo;
 ei m'incalza, io m'affretto; eccoci in parte
 dove manca ogni via. Mi volgo intorno;
 non veggo scampo; ho da una parte il monte,
420dall'altra il fiume e l'inimico a fronte.
 MANDANE
 E allor?
 CIRO
                  Dall'alta ripa
 penso allor di lanciarmi; e mentre il salto
 ne misuro con gli occhi, armi più pronte
 m'offre il timor. Due gravi sassi in fretta
425colgo; m'arretro; e incontro a lui che viene
 scaglio il primiero; egli la fronte abbassa;
 gli striscia il crin l'inutil colpo e passa.
 Emendo il fallo e violento in guisa
 spingo il secondo sasso
430che previen la difesa; e a lui, pur come
 senno avesse e consiglio,
 frange una tempia in sul confin del ciglio.
 MANDANE
 Gran sorte!
 CIRO
                        Alla percossa
 scolorisce il feroce. Un caldo fiume
435gl'inonda il volto; apre le braccia; al suolo
 abbandona l'acciar; ruotando in giro,
 dalla pendente riva
 già di cadere accenna; a un verde ramo
 pur si ritien; ma quello
440cede al peso e lo siegue; ei rovinando
 per la scoscesa sponda
 balzò nel fiume e si perdé nell'onda.
 MANDANE
 Ed è questo il delitto...
 CIRO
                                            Ecco la ninfa
 cui di seguir mi frastornò quel fiero.