Siroe re di Persia, Venezia, Rossetti, 1726

 SCENA PRIMA
 
 Parco reale.
 
 LAODICE, poi SIROE
 
 LAODICE
 Che funesto piacere
 è mai quel di vendetta!
615Figurata diletta
 ma lascia conseguita il pentimento.
 Lo so ben io che sento
 del periglio di Siroe in mezzo al core
 il rimorso e l'orrore.
 SIROE
                                        Alfin Laodice
620sei vendicata; a me soffrir conviene
 la pena del tuo fallo.
 LAODICE
                                       Amato prence
 così confusa io sono
 che non ho cor di favellarti.
 SIROE
                                                    Avesti
 però cor d'accusarmi.
 LAODICE
                                          Un cieco sdegno
625figlio del tuo disprezzo
 persuase l'accusa. Ah tu perdona,
 perdona o Siroe un violento amore.
 Mi punisce abbastanza il mio dolore.
 Non soffrirai de la menzogna il danno,
630io scoprirò l'inganno.
 Saprà Cosroe ch'io fui...
 SIROE
                                              La tua ruina
 non fa la mia salvezza. Anche innocente
 di questa colpa, io di più grave errore
 già son creduto autor; taci, potrebbe
635destar la tua pietà nuovi sospetti
 d'amorosa fra noi
 secreta intelligenza.
 LAODICE
                                       E quale ammenda
 può farmi meritare il tuo perdono?
 Tu me l'addita; a quanto
640prescriver mi vorrai pronta son io
 ma poi scordati o caro il fallo mio.
 SIROE
 Più nol rammento e se ti par che sia
 la sofferenza mia di premio degna,
 più non amarmi.
 LAODICE
                                  Oh dio, come potrei
645lasciar sì dolci affetti in abandono.
 SIROE
 Questo da te domando unico dono.
 LAODICE
 Dimmi crudel ch'io vada
 lungi dagl'occhi tuoi, dimmi ch'io taccia,
 sdegnami o mi discaccia.
650Tutto soffro per te ma ch'io non t'ami
 troppo crudel mi chiedi e invan lo brami.
 SIROE
 Amandomi che speri?
 LAODICE
                                           Altro non spero
 che custodir gelosa
 l'idea di chi m'accende in mezzo al core
655e meritar penando
 d'una rara costanza il pregio almeno.
 SIROE
 E qual follia t'insegna
 a serbar tanta fede a chi ti sdegna?
 LAODICE
 
    Voi m'insegnate
660benché sdegnose
 luci adorate
 la fedeltà.
 
    Quando volete
 ch'io non v'adori
665più mi togliete
 la libertà. (Parte)