Siroe re di Persia, Venezia, Rossetti, 1726

 SCENA III
 
 COSROE senza guardie e detti
 
 COSROE
                                         Che fai superbo!
 EMIRA
 O dei.
 COSROE
               Contro un mio fido
 stringi il brando o fellon? Niega se puoi!
 Or non v'è chi t'accusi, il guardo mio
 non s'ingannò, di' che mentisco anch'io.
 SIROE
735Tutto è vero, io son reo, tradisco il padre,
 son nemico al germano, insulto Idaspe,
 mi si deve la morte. Ingiusto sei
 se la ritardi adesso.
 Non curo uomini e dei,
740odio il giorno, odio tutti, odio me stesso.
 EMIRA
 (Difendetelo o numi).
 COSROE
 Olà costui s'arresti. (Escono alcune guardie)
 EMIRA
                                       Ei non volea
 offendermi o signor. Cieco di sdegno
 forse contro di sé volgea l'acciaro.
 COSROE
745Invan cerchi un riparo
 con pietosa menzogna al suo delitto.
 Perché fuggir?
 EMIRA
                              La fuga
 tema non era in me.
 SIROE
                                        Taci una volta,
 Idaspe taci, il mio maggior nemico
750è chi più mi soccorre. Il mio tormento
 termini col morir.
 COSROE
                                    Sarai contento.
 Pochi istanti di vita
 ti restano infedel.
 EMIRA
                                   Mio re, che dici!
 Necessaria a' tuoi giorni
755è la vita di Siroe, ei non ancora
 i complici scoprì. Morebbe seco
 il temuto segreto.
 COSROE
                                   È vero, oh quanto
 deggio al tuo amor, vegliami sempre a lato.
 SIROE
 Forse incontro al tuo fato
760corri così, non può tradirti Idaspe?
 EMIRA
 Io tradirlo!
 SIROE
                        In ciascuno
 può celarsi il nemico, ah non fidarti.
 Chi sa l'empio qual è.
 COSROE
                                          Chetati e parti.
 SIROE
 
    Mi credi infedele.
765Sol questo m'affanna.
 Chi sa chi t'inganna.
 (Che pena è tacer!)
 
    Sei padre, son figlio,
 mi scaccia, mi sgrida.
770Ma pensa al periglio,
 ma poco ti fida.
 Ma impara a temer. (Parte)