Ciro riconosciuto, Torino, Reale, 1757

 SCENA II
 
 MANDANE, poi ARPAGO
 
 MANDANE
 A quale eccesso arriva
 l'arte di simular! Prestansi il nome
 oggi fra lor gli affetti; onde i sinceri
 impeti di natura
1090chi nasconder non sa gli applica almeno
 a straniera cagion. Pietà d'amico,
 zelo di servo il suo paterno affanno
 volea costui che mi paresse e quasi
 mi pose in dubbio. Ah la sventura mia
1095dubbia non è. Qual più sicura prova
 che d'Arpago il silenzio? Un tale amico
 che il suo perdé per il mio figlio, a cui
 noto è il mio duol, della cui fé non posso
 dubitar senza colpa, a che m'avrebbe
1100taciuto il ver? No, Mitridate infido,
 con le menzogne tue della vendetta
 non mi turbi il piacer. Così tornasse
 Cambise ad avvertirmi
 che Alceo spirò.
 ARPAGO
                                Né qui lo veggo; ah dove, (Frettoloso)
1105dove mai si nasconde?
 MANDANE
                                            Arpago amato,
 che cerchi?
 ARPAGO
                        Alceo. Se nol ritrovo, io perdo
 d'ogni mia cura il frutto.
 MANDANE
                                               Altro non brami?
 Non agitarti; io so dov'è.
 ARPAGO
                                               Respiro,
 lode agli dei. Deh me l'addita; è tempo
1110che al popolo si mostri. Altro non manca
 che presentarlo.
 MANDANE
                                O generoso amico,
 veggo il tuo zel. Con pubblica vendetta
 t'affanni a soddisfarmi. Io ti son grata
 ma giungi tardi. A vendicarmi io stessa
1115già pensai.
 ARPAGO
                       Contro chi?
 MANDANE
                                               Contro l'infame
 uccisor del mio Ciro.
 ARPAGO
                                         Intendi Alceo?
 MANDANE
 Sì.
 ARPAGO
         Guardati, Mandane,
 di non tentar nulla a suo danno. Alceo
 è il figlio tuo.
 MANDANE
                           Che!
 ARPAGO
                                       Tel celai, temendo
1120che i materni trasporti il gran segreto
 potessero tradir.
 MANDANE
                                 Come! Ed è vero...
 ARPAGO
 Non dubitar. Tu sai
 se ingannarti poss'io. Ciro è in Alceo;
 l'educò Mitridate; io gliel recai;
1125l'ucciso è un impostor. Serena il volto,
 la tua doglia è finita.
 MANDANE
 Santi numi del ciel, soccorso, aita. (Vuol partire)
 ARPAGO
 Dove? Ascolta...
 MANDANE
                                Ah corriam... Son morta; io sento
 stringermi il cor. (S’appoggia ad un tronco, poi siede)
 ARPAGO
                                   Tu scolorisci in volto!
1130Sudi! Tremi! Vacilli!
 MANDANE
                                         Arpago... Ah vanne,
 vola di Trivia al fonte; il figlio mio
 salva, difendi; ei forse spira adesso.
 ARPAGO
 Come!
 MANDANE
                Ah va', che l'uccide il padre istesso.
 ARPAGO
 Possenti numi! (Parte in fretta)