Siroe re di Persia, Venezia, Rossetti, 1726

 SCENA V
 
 MEDARSE e detti
 
 MEDARSE
 Signore.
 EMIRA
                   (Oh dei!)
 MEDARSE
                                       Perché quel ferro Idaspe?
 EMIRA
 Per deporlo al suo piè, v'è chi ha potuto
 farlo temer di me. Troppo geloso
785io son dell'onor mio.
 Io traditore! Oh dio
 nel più vivo del cor Siroe m'offese.
 Finché non scopri il vero
 eccomi disarmato e prigioniero. (A Cosroe)
 COSROE
790Che fedeltà.
 MEDARSE
                         Forse il german procura
 divider la sua colpa.
 COSROE
                                       Idaspe, torni
 per mia difesa al fianco tuo la spada.
 EMIRA
 Perdonami o mio re, quando è in periglio
 d'un sovrano la vita ha corpo ogn'ombra.
795Prima dall'alma sgombra
 quell'idea che m'oltraggia e al fianco mio
 poscia per tuo riparo
 senza taccia d'error torni l'acciaro.
 COSROE
 No no, ripiglia il brando.
 EMIRA
800Ubbidirti non deggio.
 COSROE
                                           Io tel comando.
 EMIRA
 Così vuoi, non m'oppongo. Almen permetti
 ch'io la regia abandoni, acciò non dia
 di novelli sospetti
 colpa l'invidia all'innocenza mia.
 COSROE
805Anzi voglio che Idaspe
 sempre de' giorni miei vegli alla cura.
 EMIRA
 Io!
 COSROE
         Sì.
 EMIRA
                 Chi m'assicura
 della fede di tanti a cui commessa
 è la tua vita? Io debitor sarei
810de la colpa d'ognun; s'io fossi solo...
 COSROE
 E solo esser tu dei.
 Fra le reali guardie
 le più fide tu scegli. A tuo talento
 le cambia e le disponi e sia tuo peso
815di scoprir chi m'insidia.
 EMIRA
                                               Al regio cenno
 ubbidirò né dal mio sguardo accorto
 potrà celarsi il reo. (Son quasi in porto).
 
    Benché s'asconda
 la serpe antica
820tra fronda e fronda,
 tra spica e spica,
 pur dalla cura
 non è sicura
 del pastorello
825che l'osservò.
 
    Al par di quello
 sol per te fido
 fin dentro il nido
 l'assalirò. (Parte)