Ciro riconosciuto, Parigi, Hérissant, 1780

 SCENA VII
 
 ARPAGO e CIRO
 
 ARPAGO
690Quel pastor sia disciolto; (Alle guardie)
 e parta ognun. (Partono le guardie)
 CIRO
                               (Quanto la figlia è grata
 è cauto il genitor).
 ARPAGO
                                    Posso una volta
 parlarti in libertà. Permetti ormai
 che umile a' piedi tuoi... (Inginocchiandosi)
 CIRO
                                                Sorgi; che fai!
 ARPAGO
695Il primo bacio imprimo
 su la destra reale, onor dovuto
 purtroppo alla mia fé. Ciro, perdona
 se di pianto mi vedi umido il ciglio;
 questo bacio, o signor, mi costa un figlio.
 CIRO
700Sorgi; vieni, o mio caro
 liberator, vieni al mio sen. Di quanto
 debitor ti son io, già Mitridate
 pienamente m'istrusse.
 ARPAGO
                                              Ancor compita
 l'opra non è. Sul tramontar del sole
705vedrai... Ma vien da lungi
 Mandane a noi; cerca evitarla.
 CIRO
                                                         Intendo;
 temi ch'io parli. Eh non temer; giurai
 di non spiegarmi a lei, finché permesso
 non sia da Mitridate; e fedelmente
710il giuramento osserverò.
 ARPAGO
                                               T'esponi,
 signor...
 CIRO
                  Va'; non è nuovo
 il cimento per me.
 ARPAGO
                                     Deh non perdiamo
 di tant'anni il sudor. Sul fin dell'opra
 tremar convien. L'esser vicini al lido
715molti fa naufragar. Scema la cura,
 quando cresce la speme;
 e ogni rischio è maggior per chi nol teme.
 
    Cauto guerrier pugnando
 già vincitor si vede;
720ma non depone il brando,
 ma non si fida ancor,
 
    che, le nemiche prede
 se spensierato aduna,
 cambia talor fortuna
725col vinto il vincitor. (Parte)