Il Temistocle, Vienna, van Ghelen, 1736

 SCENA VII
 
  Luogo magnifico destinato alle pubbliche udienze. Trono sublime da un lato. Veduta della città in lontano.
 
 TEMISTOCLE e NEOCLE; indi SERSE e SEBASTE con numeroso seguito
 
 NEOCLE
270Padre dove t'inoltri? Io non intendo
 il tuo pensier. Temo ogni sguardo e parmi
 che ognun te sol rimiri. Ecco i custodi
 e il re, partiam.
 TEMISTOCLE
                                Fral popolo confusi
 resteremo in disparte.
 NEOCLE
                                            È il rischio estremo.
 TEMISTOCLE
275Più non cercar, taci una volta.
 NEOCLE
                                                        (Io tremo). (Si ritirano da un lato)
 SERSE
 Olà venga e s'ascolti (Parte una guardia)
 il greco ambasciador. Sebaste, e ancora
 all'ire mie Temistocle si cela?
 Allettano sì poco
280il mio favor, le mie promesse?
 SEBASTE
                                                          Ascoso
 lungamente non fia; son troppi i lacci
 tesi a suo danno.
 SERSE
                                  Io non avrò mai pace
 finché costui respiri. Egli ha veduto
 Serse fuggir. Fra tante navi e tante
285onde oppressi l'Egeo, sa che la vita
 a un vile angusto legno
 ei mi ridusse a confidar, che poca
 torbid'acqua e sanguigna
 fu la mia sete a mendicar costretta
290e dolce la stimò bevanda eletta.
 E vivrà chi di tanto
 si può vantar? No, non fia vero, avrei
 questa sempre nel cor smania inquieta. (Va sul trono)
 NEOCLE
 (Udisti?)
 TEMISTOCLE
                     (Udii).
 NEOCLE
                                     (Dunque fuggiam).
 TEMISTOCLE
                                                                           (T'accheta).