Il Temistocle, Vienna, van Ghelen, 1736

 SCENA XII
 
 SEBASTE e dette
 
 SEBASTE
                  Aspasia t'affretta,
 Serse ti chiama a sé. Che sei sua figlia
 Temistocle or gli disse; e mai più lieta
 novella il re non ascoltò.
 ROSSANE
                                              (Che affanno!)
 ASPASIA
465Fosse l'odio di Serse
 più moderato almen.
 SEBASTE
                                         L'odio! Di lui
 Temistocle è l'amor.
 ASPASIA
                                        Come! Poc'anzi
 il volea morto.
 SEBASTE
                             Ed or l'abbraccia, il chiama
 la sua felicità, l'addita a tutti,
470non parla che di lui.
 ASPASIA
                                       Rossane addio;
 non so per troppa gioia ove son io.
 
    È specie di tormento
 questo per l'alma mia
 eccesso di contento
475che non potea sperar.
 
    Troppo mi sembra estremo,
 temo che un sogno sia,
 temo destarmi e temo
 a' palpiti tornar. (Parte)