Siroe re di Persia, Venezia, Rossetti, 1726

 SCENA XV
 
 EMIRA
 
 EMIRA
1125Sì diversi sembianti
 per odio e per amore or lascio, or prendo
 ch'io me stessa talor né meno intendo.
 Odio il tiranno ed a svenarlo io sola
 mille non temerei nemiche squadre;
1130ma penso poi che del mio bene è padre.
 Amo Siroe e mi pento
 d'esser io la cagion del suo periglio;
 ma penso poi che del tiranno è figlio.
 Così sempre il mio core
1135è infelice nell'odio e nell'amore.
 
    Non vi piacque ingiusti dei
 ch'io nascessi pastorella,
 altra pena or non avrei
 che la cura d'un'agnella,
1140che l'affetto d'un pastor.
 
    Ma chi nasce in regia cuna
 più nemica ha la fortuna,
 che nel trono ascosi stanno
 e l'inganno ed il timor.
 
 Il fine dell’atto secondo