Siroe re di Persia, Venezia, Rossetti, 1726

 SCENA VI
 
 ARASSE, poi EMIRA con guardie e senza spada
 
 ARASSE
 Ritorni il prigioniero. I miei disegni
 secondino le stelle. Olà partite. (Le guardie conducono fuori Emira e al comando d’Arasse partono)
 EMIRA
 Che vuoi d'un empio re più reo ministro,
 forse svenarmi?
 ARASSE
                                 No vivi e ti serba
1360illustre prencipessa al tuo gran sposo,
 Siroe respira ancor.
 EMIRA
                                       Come!
 ARASSE
                                                      La cura
 d'ucciderlo accettai ma per salvarlo.
 EMIRA
 Perché tacerlo al padre
 pentito dell'error?
 ARASSE
                                    Parve pietoso
1365perché più nol temea, se vivo il crede
 la sua pietà di nuovo
 diverebbe timor. Cede alla tema
 di forza la pietade.
 Quella dal nostro e questa
1370solo dall'altrui danno in noi si desta.
 EMIRA
 Siroe dov'è?
 ARASSE
                          Fra i lacci
 attende la sua morte.
 EMIRA
 E nol salvasti ancor?
 ARASSE
                                        Prima degg'io
 i miei fidi raccorre,
1375per scorgerlo sicuro ove lo chiede
 il popolo commosso. Or che dal padre
 si crede estinto, avremo
 agio bastante a maturar l'impresa.
 EMIRA
 Andiamo. Ah vien Medarse.
 ARASSE
1380Non sbigottirti, io partirò, tu resta
 i disegni a scoprir del prence infido.
 Fidati, non temer.
 EMIRA
                                    Di te mi fido.