Temistocle, Parigi, Quillau, 1755

 SCENA XI
 
 TEMISTOCLE e detti, poi SEBASTE infine
 
 SERSE
 Pur Temistocle, alfine
 risolvesti esser mio. Torna agli amplessi
1320d'un re che tanto onora... (Vuole abbracciarlo)
 TEMISTOCLE
 Ferma. (Ritirandosi con rispetto)
 SERSE
                  E perché!
 TEMISTOCLE
                                      Non ne son degno ancora.
 Degno pria me ne renda
 il grand'atto a cui vengo.
 SERSE
                                               È già su l'ara
 la necessaria al rito
1325ricolma tazza. Il domandato adempi
 giuramento solenne; e in lui cominci
 della Grecia il castigo.
 TEMISTOCLE
                                           Esci, o signore,
 esci d'inganno. Io di venir promisi,
 non di giurar.
 SERSE
                             Ma tu...
 TEMISTOCLE
                                              Sentimi, o Serse;
1330Lisimaco, m'ascolta; udite, o voi
 popoli spettatori,
 di Temistocle i sensi; e ognun ne sia
 testimonio e custode. Il fato avverso
 mi vuole ingrato o traditor. Non resta
1335fuor di queste due colpe
 arbitrio alla mia scelta
 se non quel della vita,
 del ciel libero dono. A conservarmi
 senza delitto, altro camin non veggo
1340che il camin della tomba e quello eleggo.
 LISIMACO
 (Che ascolto!)
 SERSE
                             (Eterni dei!)
 TEMISTOCLE
                                                       Questo che meco (Prende dal petto il veleno)
 trassi compagno al doloroso esiglio
 pronto velen l'opra compisca. Il sacro
 licor, la sacra tazza (Lo lascia cader nella tazza)
1345ne sian ministri. Ed all'offrir di questa
 vittima volontaria
 di fé, di gratitudine e d'onore
 tutti assistan gli dei.
 ASPASIA
                                        (Morir mi sento).
 SERSE
 (M'occupa lo stupor!)
 TEMISTOCLE
                                          Della mia fede (A Lisimaco)
1350tu, Lisimaco amico,
 rassicura la patria; e grazia implora
 alle ceneri mie. Tutte perdono
 le ingiurie alla fortuna,
 se avrò la tomba ove sortii la cuna.
1355Tu, eccelso re, de' benefici tuoi (A Serse)
 non ti pentir. Ne ritrarrai mercede
 dal mondo ammirator. Quella che intanto
 renderti io posso, oh dura sorte! è solo
 confessargli e morir. Numi clementi,
1360se dell'alme innocenti
 gli ultimi voti han qualche dritto in cielo,
 voi della vostra Atene
 proteggete il destin; prendete in cura
 questo re, questo regno; al cor di Serse
1365per la Grecia inspirate
 sensi di pace. Ah sì, mio re, finisca
 il tuo sdegno in un punto e il viver mio.
 Figli, amico, signor, popoli, addio. (Prende la tazza)
 SERSE
 Ferma; che fai? Non appressar le labbra
1370alla tazza letal.
 TEMISTOCLE
                             Perché?
 SERSE
                                              Soffrirlo
 Serse non debbe.
 TEMISTOCLE
                                   E la cagion?
 SERSE
                                                           Son tante
 che spiegarle non so. (Gli leva la tazza)
 TEMISTOCLE
                                          Serse, la morte
 tormi non puoi. L'unico arbitrio è questo
 non concesso a' monarchi.
 SERSE
                                                  Ah vivi, o grande (Getta la tazza)
1375onor del secol nostro. Ama, il consento,
 ama la patria tua. N'è degna. Io stesso
 ad amarla incomincio. E chi potrebbe
 odiar la produttrice
 d'un eroe qual tu sei terra felice?
 TEMISTOCLE
1380Numi! Ed è ver! Tant'oltre
 può andar la mia speranza?
 SERSE
                                                     Odi ed ammira
 gl'inaspettati effetti
 d'un'emula virtù. Su l'ara istessa
 dove giurar dovevi
1385tu l'odio eterno, eterna pace io giuro
 oggi alla Grecia. Ormai riposi; e debba,
 esule generoso,
 a sì gran cittadino il suo riposo.
 TEMISTOCLE
 Oh magnanimo re! Qual nuova è questa
1390arte di trionfar! D'esser sì grandi
 è permesso a' mortali! Oh Grecia! Oh Atene!
 Oh esiglio avventuroso!
 ASPASIA
                                              Oh dolce istante!
 NEOCLE
 Oh lieto dì!
 LISIMACO
                        Le vostre gare illustri,
 anime eccelse, a pubblicar lasciate
1395ch'io voli in Grecia. Io la prometto grata
 a donator sì grande,
 a tanto intercessor.
 SEBASTE
                                      De' falli miei,
 signor, chiedo il castigo. Odio una vita
 che a te... (Inginocchiandosi)
 SERSE
                      Sorgi, Sebaste; oggi non voglio
1400respirar che contenti. A te perdono;
 in libertà gli affetti
 lascio d'Aspasia; e la real mia fede
 di Rossane all'amor dono in mercede.
 ASPASIA
 Ah Lisimaco!
 ROSSANE
                            Ah Serse!
 TEMISTOCLE
                                                Amici numi,
1405deh fate voi ch'io possa
 esser grato al mio re.
 SERSE
                                         Da' numi implora
 che ti serbino in vita
 e grato mi sarai. Se con l'esempio
 di tua virtù la mia virtude accendi,
1410più di quel ch'io ti do sempre mi rendi.
 CORO
 
    Quando un'emula l'invita
 la virtù si fa maggior,
 
    qual di face a face unita
 si raddoppia lo splendor.