Temistocle, Torino, Reale, 1757

 SCENA VII
 
  Grande e ricco padiglione aperto da tutti i lati, sotto di cui trono alla destra ornato d’insegne militari. Veduta di vasta pianura, occupata dall’esercito persiano disposto in ordinanza.
 
 SERSE e SEBASTE con seguito di satrapi, guardie e popolo; poi TEMISTOCLE, indi LISIMACO con greci
 
 SERSE
 Sebaste, ed è pur vero? Aspasia dunque
820ricusa le mie nozze?
 SEBASTE
                                        È al primo invito
 ritrosa ogni beltà. Forse in segreto
 arde Aspasia per te; ma il confessarlo
 si reca ad onta; ed a spiegarsi un cenno
 brama del genitor.
 SERSE
                                     L'avrà...
 SEBASTE
                                                      Già viene
825l'esule illustre e l'orator d'Atene.
 SERSE
 Il segno a me del militare impero
 fa' che si rechi. (Serse va in trono servito da Sebaste. Uno de’ satrapi porta sopra bacile d’oro il bastone del comando e lo sostiene vicino a lui; intanto nell’avvicinarsi, non udito da Serse, dice Lisimaco a Temistocle:)
 LISIMACO
                                (A qual funesto impiego,
 amico, il ciel mi destinò! Con quanto
 rossor...)
 TEMISTOCLE
                    (Di che arrossisci? Io non confondo
830l'amico e il cittadin. La patria è un nume
 a cui sacrificar tutto è permesso;
 anch'io nel caso tuo farei l'istesso).
 SERSE
 Temistocle, t'appressa. In un raccolta
 ecco de' miei guerrieri
835la più gran parte e la miglior; non manca
 a tante squadre ormai
 che un degno condottier; tu lo sarai.
 Prendi, con questo scettro arbitro e duce
 di lor ti eleggo. In vece mia punisci,
840premia, pugna, trionfa. È a te fidato
 l'onor di Serse e della Persia il fato.
 LISIMACO
 (Dunque il re mi deluse
 o Aspasia lo placò).
 TEMISTOCLE
                                      Del grado illustre,
 monarca eccelso, a cui mi veggo eletto,
845in tua virtù sicuro,
 il peso accetto e fedeltà ti giuro.
 Faccian gli dei che meco
 a militar per te venga fortuna;
 o se sventura alcuna
850minacciasser le stelle, unico oggetto
 Temistocle ne sia. Vincan le squadre,
 perisca il condottiero; a te ritorni
 di lauri poi, non di cipressi cinto
 fra l'armi vincitrici il duce estinto.
 LISIMACO
855In questa guisa, o Serse,
 Temistocle consegni?
 SERSE
                                          Io sol giurai
 di rimandarlo in Grecia. Odi se adempio
 le mie promesse. Invitto duce, io voglio
 punito alfin quell'insolente orgoglio.
860Va'; l'impresa d'Egitto
 basta ogn'altro a compir; va', del mio sdegno
 portatore alla Grecia. Ardi, ruina,
 distruggi, abbatti e fa' che senta il peso
 delle nostre catene
865Tebe, Sparta, Corinto, Argo ed Atene.
 TEMISTOCLE
 (Or son perduto).
 LISIMACO
                                   E ad ascoltar m'inviti...
 SERSE
 Non più; vanne e riporta
 sì gran novella a' tuoi. Di' lor qual torna
 l'esule in Grecia e quai compagni ei guida.
 LISIMACO
870(Oh patria sventurata! Oh Aspasia infida!) (Parte co’ greci)