Temistocle, Torino, Reale, 1757

 SCENA VIII
 
 TEMISTOCLE, SERSE e SEBASTE
 
 TEMISTOCLE
 (Io traditor!)
 SERSE
                           Duce, che pensi?
 TEMISTOCLE
                                                            Ah cambia
 cenno, mio re. V'è tanto mondo ancora
 da soggiogar.
 SERSE
                           Se della Grecia avversa
 pria l'ardir non confondo,
875nulla mi cal d'aver soggetto il mondo.
 TEMISTOCLE
 Rifletti...
 SERSE
                    È stabilita
 di già l'impresa; e chi si oppon m'irrita.
 TEMISTOCLE
 Dunque eleggi altro duce.
 SERSE
 Perché?
 TEMISTOCLE
                  Dell'armi perse
880io depongo l'impero al piè di Serse. (Depone il bastone a’ piè del trono)
 SERSE
 Come?
 TEMISTOCLE
                 E vuoi ch'io divenga
 il distruttor delle paterne mura?
 No; tanto non potrà la mia sventura.
 SEBASTE
 (Che ardir!)
 SERSE
                          Non è più Atene, è questa reggia
885la patria tua; quella t'insidia e questa
 t'accoglie, ti difende e ti sostiene.
 TEMISTOCLE
 Mi difenda chi vuol, nacqui in Atene.
 È istinto di natura
 l'amor del patrio nido. Amano anch'esse
890le spelonche natie le fiere istesse.
 SERSE
 (Ah d'ira avvampo). Ah dunque Atene ancora
 ti sta nel cor? Ma che tant'ami in lei?
 TEMISTOCLE
 Tutto, signor; le ceneri degli avi,
 le sacre leggi, i tutelari numi,
895la favella, i costumi,
 il sudor che mi costa,
 lo splendor che ne trassi,
 l'aria, i tronchi, il terren, le mura, i sassi.
 SERSE
 Ingrato! E in faccia mia (Scende dal trono)
900vanti con tanto fasto
 un amor che m'oltraggia?
 TEMISTOCLE
                                                 Io son...
 SERSE
                                                                  Tu sei
 dunque ancor mio nemico. Invan tentai
 co' benefizi miei...
 TEMISTOCLE
                                     Questi mi stanno,
 e a caratteri eterni,
905tutti impressi nel cor. Serse m'additi
 altri nemici sui,
 ecco il mio sangue, il verserò per lui.
 Ma della patria a' danni
 se pretendi obbligar gli sdegni miei,
910Serse t'inganni, io morirò per lei.
 SERSE
 Non più; pensa e risolvi; esser non lice
 di Serse amico e difensor d'Atene.
 Scegli qual vuoi.
 TEMISTOCLE
                                 Sai la mia scelta.
 SERSE
                                                                  Avverti;
 del tuo destin decide
915questo momento.
 TEMISTOCLE
                                   Il so purtroppo.
 SERSE
                                                                  Irriti
 chi può farti infelice.
 TEMISTOCLE
 Ma non ribelle.
 SERSE
                               Il viver tuo mi devi.
 TEMISTOCLE
 Non l'onor mio.
 SERSE
                                T'odia la Grecia.
 TEMISTOCLE
                                                                Io l'amo.
 SERSE
 (Che insulto, oh dei!) Questa mercede ottiene
920dunque Serse da te?
 TEMISTOCLE
                                        Nacqui in Atene.
 SERSE
 (Più frenarmi non posso). Ah quell'ingrato
 toglietemi d'innanzi,
 serbatelo al castigo. E pur vedremo
 forse tremar questo coraggio invitto.
 TEMISTOCLE
925Non è timor dove non è delitto.
 
    Serberò fra' ceppi ancora
 questa fronte ognor serena;
 è la colpa, e non la pena,
 che può farmi impallidir.
 
930   Reo son io; convien ch'io mora,
 se la fede error s'appella;
 ma per colpa così bella
 son superbo di morir. (Parte)