Siroe re di Persia, Napoli, Vocola, 1727

 SCENA III
 
 EMIRA in abito da uomo col nome d’Idaspe e detti
 
 EMIRA
 Perché di tanto sdegno
110principi vi accendete?
 Ah cessino una volta
 le fraterne contese. In sì bel giorno
 d'amor, di genio eguali
 Seleucia vi rivegga e non rivali.
 MEDARSE
115A placar m'affatico
 gli sdegni del germano,
 tutto sopporto e m'affatico invano.
 SIROE
 Come finge modestia!
 EMIRA
                                           È a me palese
 l'umiltà di Medarse.
 SIROE
                                        Ah caro Idaspe
120è suo costume antico
 d'insultar simulando.
 MEDARSE
                                          Il senti amico? (Ad Emira)
 Quant'odio in seno accolga
 vedilo al volto acceso, al guardo bieco.
 EMIRA
 Parti, non l'irritar, lasciami seco.
 SIROE
125Perfido. (A Medarse)
 MEDARSE
                   Oh dio m'oltraggi
 senza ragion; deh tu lo placa Idaspe.
 Digli che adoro in lui
 de la Persia il sostegno e il mio sovrano.
 EMIRA
 Vanne. (A Medarse)
 MEDARSE
                  (Il trionfo mio non è lontano). (Parte)