Zenobia, Vienna, van Ghelen, 1737

 SCENA III
 
 ZENOBIA e TIRIDATE nella capanna
 
 ZENOBIA
 Povero cor t'intendo; or che siam soli
 la libertà vorresti
 di poterti lagnar. No; le querele
 effetto son di debbolezza. Io temo
465più che l'altrui giudizio
 quel di me stessa; ed in segreto ancora
 m'arrossirei d'esser men forte. Ah voi
 che inspirate a quest'alma
 tanta virtù, non l'esponete o numi
470al secondo cimento. A farne pruova
 basti un trionfo. A Tiridate innanzi
 mai più non mi guidate. E con qual fronte
 dirgli che d'altri io son! Contro il mio sposo
 temerei d'irritarlo; il suo dolore
475vacillar mi farebbe... Ah se tornasse
 quindi a passar! Fuggasi il rischio. Asilo
 mi sia questa capanna... Oimè! Chi mai?...
 Veggo... O il timor ch'ho nella mente impresso
 mi finge... Oh stelle! È Tiridate istesso.
 TIRIDATE
480Senti. Or mi fuggi invan; dovunque andrai
 al tuo fianco sarò. (Volendo seguirla)
 ZENOBIA
                                    Ferma. Ti sento.
 TIRIDATE
 Ah Zenobia, Zenobia!
 ZENOBIA
                                          (Ecco il cimento.
 Ardir. Le forze unite,
 raccoglietevi al cor virtù smarrite).
 TIRIDATE
485Sei tu? Son io? Così m'accogli? È questo
 principessa adorata il dolce istante
 che tanto sospirai? Sol di due lune
 il brevissimo giro
 a cangiarti bastò? Che freddo è quello,
490che composto sembiante? Ah chi l'usate
 tenerezze m'invola?
 È sdegno? È infedeltà? No, di sì nera
 taccia non sei capace
 no, mia Zenobia. Il tuo bel cor conosco;
495conosco anima mia...
 ZENOBIA
                                         Signor, non posso
 teco restar che pochi istanti. Almeno
 non si spendano invan.
 TIRIDATE
                                             Restar non puoi?
 ZENOBIA
 No. Sentimi. I legami
 de' reali imenei per man del fato
500si compongono in ciel. Da' voti nostri
 non dipende la scelta. Io, se le stelle
 m'avesser di me stessa
 conceduto l'arbitrio, in Tiridate
 sol ritrovato avrei
505chi rendesse felici i giorni miei.
 Ma questo esser non può. Da te per sempre
 mi divide il destin. Piega la fronte
 al decreto fatal. Vattene in pace
 ed in pace mi lascia. Agli occhi miei
510non offrirti mai più. Sì gran periglio
 alla nostra virtù prence si tolga.
 Questa già ci legò; questa ci sciolga.
 TIRIDATE
 Santi dei! Che ascoltai! Dunque è perduta
 ogni speranza?
 ZENOBIA
                               Sì. Di questa appunto
515per toglierti al tormento io m'arrestai.
 TIRIDATE
 Ma perché? Ma chi mai
 t'invola a me? Qual fallo mio...
 ZENOBIA
                                                          Non giova
 questo esame penoso
 che a sollevar gli affetti nostri; e noi
520soggiogarli dobbiamo. Addio. Già troppo
 mi trattenni con te. Non è tua colpa
 la cagion che ne parte o colpa mia;
 questo ti basti e non cercar qual sia.
 TIRIDATE
 Barbara! E puoi con tanta
525tranquillità parlar così? Non sai
 che il mio ben, la mia pace,
 la mia vita sei tu? Che s'io ti perdo
 tutto manca per me? Che non ebb'io
 altro oggetto finor...
 ZENOBIA
                                       Principe addio. (Vuol partire)
 TIRIDATE
530Ascoltami.
 ZENOBIA
                       Non deggio.
 TIRIDATE
                                               Odiarmi tanto!
 Fuggir dagli occhi miei!
 ZENOBIA
 Ah signor se t'odiassi, io resterei.
 Temo la tua presenza, ella è nemica
 del mio dover. La mia ragione è forte
535ma il tuo merito è grande. Ei basta almeno
 a lacerarmi il core,
 se non basta a sedurlo. Io sola, io sento
 che innanzi a te... che ripensando... Ah parti,
 troppo, troppo direi. Deh, te ne priego
540per tutto ciò ch'hai di più caro in terra
 o di più sacro in ciel, lasciami, fuggi,
 evitami signore.
 TIRIDATE
                                 E non degg'io
 rivederti mai più?
 ZENOBIA
                                     No, se la pace,
 no, se la gloria mia prence t'è cara.
 TIRIDATE
545Oh barbara sentenza! Oh legge amara!
 ZENOBIA
 
    Va'; ti consola; addio;
 e da me lungi almeno
 vivi più lieti dì.
 
 TIRIDATE
 
    Come! Tiranna! Oh dio!
550Strappami il cor dal seno
 ma non mi dir così.
 
 ZENOBIA
 
    L'alma gelar mi sento.
 
 TIRIDATE
 
 Sento mancarmi il cor.
 
 A DUE
 
    Oh che fatal momento!
555Che sfortunato amor!
 
    Questo è morir d'affanno;
 né que' felici il sanno
 che sì penoso stato
 non han provato ancor. (Parte)