Zenobia, Vienna, van Ghelen, 1737

 SCENA PRIMA
 
 Bosco.
 
 RADAMISTO solo
 
 RADAMISTO
 Giusti dei chi m'inganna? In mille insieme
 orribili sospetti il cor divido,
810tutti gli ascolto e di nessun mi fido.
 Al solitario loco ove il rivale
 venir dovea m'invia Zopiro. Io volo,
 m'incontro in Egle e veggo
 la mia gemma in sua man; Zopiro a lei
815a nome di Zenobia avea commesso
 d'affrettar Tiridate; ella di frode
 ebbe timor, volle impedirla e il peso
 accettò, non compì. Questa sostiene
 che possibil non è, ch'ella conosce
820della mia sposa il cor, che d'un tal fallo
 incapace saria. L'altro fomenta
 i barbari timori ond'io deliro.
 Giusti dei chi m'inganna, Egle o Zopiro?
 Ah gelosia tiranna
825ti sento, mi rispondi: «Egle t'inganna».
 
    S'io ti scaccio e ti detesto
 importuno mio timore
 perché oh dio così molesto
 mi ritorni a tormentar.
 
830   Qual riposo aver poss'io
 se vaneggio a tutte l'ore,
 se diventa il viver mio
 un eterno dubbitar? (Mentre Radamisto è per partire sente la voce di Zenobia, s’arresta e si rivolge)
 
 ZENOBIA
 Ma dove andiam? (Di dentro)
 RADAMISTO
                                     Qual voce udii! La sposa
835giurerei che parlò. Vien quindi il suono;
 cerchisi; oh sorte alle mie brame arridi. (Nell’entrar Radamisto per la parte donde ascoltò la voce escono poco lontano non veduti da lui)