Zenobia, Vienna, van Ghelen, 1737

 SCENA IV
 
 ZENOBIA e TIRIDATE
 
 ZENOBIA
 Dove corri signor? Fermati... (Seguendo Radamisto)
 TIRIDATE
                                                        Ingrata!
 Già t'involi da me?
 ZENOBIA
                                      Principe... Oh dio
 ti pregai d'evitarmi.
 TIRIDATE
                                        Ah quale arcano
 mi si nasconde? Ubbidirò; ma dimmi
925perché mi fuggi almen.
 ZENOBIA
                                             Tutto saprai
 pria di quel che vorresti. Addio.
 TIRIDATE
                                                            Perdona,
 deggio seguirti.
 ZENOBIA
                                Ah no.
 TIRIDATE
                                               Pur or ti vidi
 in troppo gran periglio. Io non conosco
 chi t'assalì, chi ti difese; e sola
930lasciarti in rischio a gran rossor mi reco.
 ZENOBIA
 Il mio rischio più grande è l'esser teco.
 Mi rendesti la vita,
 grata ti son; ma se l'estinto affetto
 vuoi che in me rigermogli
935più di quel che mi dai signor mi togli.
 
    Qual dono tuo mi piace
 l'aura ch'io spiro ancor;
 ma se non lasci in pace
 gli affetti del mio cor
940prendi il tuo dono.
 
    Or la primiera face
 fallo sarebbe in me;
 degna sarò di te,
 se t'abbandono. (Parte)