Zenobia, Vienna, van Ghelen, 1737

 SCENA V
 
 TIRIDATE, poi MITRANE
 
 TIRIDATE
945Non intendo Zenobia e non intendo
 ormai quasi me stesso. Ella mi scaccia
 e perché non vuol dirmi! Offeso io sono
 e con lei non mi sdegno e non ardisco
 di crederla infedel! Suona in que' labbri,
950in quelle ciglia un non so che risplende
 che rigetta ogni accusa e lei difende.
 MITRANE
 Signor liete novelle; è Radamisto
 tuo prigionier.
 TIRIDATE
                              Dove il giungeste?
 MITRANE
                                                                  Ei venne
 per sé stesso a' tuoi lacci.
 TIRIDATE
                                                E come?
 MITRANE
                                                                  Appresso
955a un guerrier fuggitivo entrò l'audace
 fin dentro alle tue tende. Incontro a mille
 invano opposte spade
 dell'orrenda ira sua cercò l'oggetto,
 lo vide, il giunse e gli trafisse il petto.
 TIRIDATE
960Che ardir!
 MITRANE
                       Tutto non dissi. Uscir dal vallo
 sperò di nuovo e l'intraprese e forse
 conseguito l'avria. Ma rotto il ferro
 l'abbandonò nel maggior uopo. E pure
 benché d'armati e d'armi
965cresca contro di lui l'infesta piena,
 egli è solo ed inerme, e cede a pena.
 TIRIDATE
 Un di que' due che or ora
 qui rimirai l'empio sarà.