Zenobia, Vienna, van Ghelen, 1737

 SCENA VI
 
 EGLE prima non veduta e detti
 
 MITRANE
                                                La vita
 di Radamisto ecco in tua man.
 EGLE
                                                          (Che sento!)
 MITRANE
970Punisci il traditor.
 TIRIDATE
                                    Sì andiam. (Vuol partire)
 EGLE
                                                           T'arresta
 prence, ove corri? Incrudelir non dei
 contro quell'infelice.
 TIRIDATE
                                        E te chi muove
 d'un perfido in difesa?
 EGLE
                                             Io non lo credo
 signor sì reo.
 TIRIDATE
                           Ma di Zenobia il padre
975a tradimento oppresse.
 MITRANE
                                             E poi la figlia
 tentò svenar. Non m'ingannò chi vide
 l'atto crudel.
 EGLE
                          Pensaci meglio. A tutto
 prestar fé non bisogna; e co' nemici
 più bella è la pietà.
 TIRIDATE
                                      Le proprie offese
980posso obbliar; ma di Zenobia i torti
 perdonargli non posso. A lei quel sangue
 si deve in sacrificio.
 EGLE
                                       Io t'assicuro
 ch'ella nol chiede.
 TIRIDATE
                                   E non richiesto appunto
 ha merito il servir. (Vuol partire)
 EGLE
                                      Fermati, oh dei!
985Credi; non parlo invan. S'ami Zenobia,
 Radamisto rispetta; il troppo zelo
 t'espone a un grande errore.
 Tu vuoi servirla; e le trafiggi il core.
 TIRIDATE
 Ma perché? L'ama forse?
 EGLE
                                                 Ella... Se brami...
990Io dovrei... (Troppo dico).
 TIRIDATE
                                                  Ah ti confondi!
 Mitrane io son di giel. Fu Radamisto
 già mio rival. Sta in queste selve ascoso
 dove è Zenobia ancora. Ei la difende,
 ella il volea seguir. Me più non cura,
995Egle m'avverte... Ah per pietà palesa
 pastorella gentil ciò che ne sai.
 EGLE
 Altro dir non poss'io. Già dissi assai.
 TIRIDATE
 Oimè! Qual fredda mano
 mi si aggrava sul cor! Che tormentoso
1000dubbio è mai questo! Io non ho più riposo.
 
    Si soffre una tiranna,
 lo so per pruova anch'io,
 ma un'infedele, oh dio
 no, non si può soffrir.
 
1005   Ah se il mio ben m'inganna,
 se già cambiò pensiero,
 pria ch'io ne sappia il vero
 fatemi o dei morir. (Parte)