Zenobia, Parigi, Quillau, 1755

 SCENA V
 
 ZENOBIA sola cercando per la scena
 
 ZENOBIA
 Radamisto? Ove andò! Consorte? Il vidi,
 tornai su l'orme sue ma per la selva
 n'ho perduta la traccia. A questa parte
 eran volti i suoi passi. Ah dove mai
265sconsigliato s'aggira. Il loco è pieno
 tutto de' suoi nemici. In tanto rischio
 custoditelo, o dei. Che fo? M'inoltro?
 Avventuro me stessa. Egle si trovi,
 ella per me ne cerchi. Astri crudeli,
270bastan le mie ruine;
 cominciate a placarvi, è tempo alfine.
 
    Lasciami, o ciel pietoso,
 se non ti vuoi placar,
 lasciami respirar
275qualche momento.
 
    Rendasi col riposo
 almeno il mio pensier
 abile a sostener
 nuovo tormento. (Parte e finito il ritornello dell’aria torna agitata)
 
280Misera me! Da questa parte oh dio!
 vien Tiridate. Oh come io tremo! Oh come
 l'alma ho in tumulto! Il periglioso incontro
 fuggi, fuggi, Zenobia. Il cupo seno
 di que' concavi sassi
285al suo sguardo m'asconda, infin che passi. (Si cela nella grotta)