Zenobia, Parigi, Quillau, 1755

 SCENA PRIMA
 
 TIRIDATE e MITRANE
 
 TIRIDATE
390Ma s'io stesso la vidi,
 s'io stesso l'ascoltai. N'ho viva ancora
 l'idea sugli occhi; ancor la nota voce
 mi risuona sul cor. Zenobia è in vita;
 Mitrane, io non sognai.
 MITRANE
                                             Signor, gli amanti
395sognano ad occhi aperti. Anche il dolore
 confonde i sensi e la ragion. Si vede
 talor quel che non v'è; ciò ch'è presente
 non si vede talor. L'alma per uso
 l'idea che la diletta a sé dipinge;
400e ognun quel che desia facil si finge.
 TIRIDATE
 Ah seguita io l'avrei; ma quel vederla
 già risoluta a trapassarsi il petto
 gelar mi fe'.
 MITRANE
                         Pensa alla tua grandezza,
 o mio prence, per or. T'offron gli Armeni
405il vuoto soglio e chiedono in mercede
 di Radamisto il capo. Occupa il tempo
 or che destra è fortuna. I suoi favori
 sai che durano istanti.
 TIRIDATE
                                           In ogni loco
 Radamisto si cerchi. Il traditore
410punir si dee. Né contro lui m'irrita
 già la mercé; bramo a Zenobia offesa
 offrire il reo.
 MITRANE
                           Dunque ancor speri?
 TIRIDATE
                                                                   Ad una
 leggiadra pastorella
 ne richiesi poc'anzi. Egle è il suo nome;
415questa è la sua capanna. Avrem da lei
 qualche lume miglior.
 MITRANE
                                           Ma che ti disse?
 TIRIDATE
 Nulla.
 MITRANE
               E tu speri!
 TIRIDATE
                                     Sì. Mi parve assai
 confusa alle richieste;
 mi guardava, arrossia, parlar volea,
420cominciava a spiegarsi e poi tacea.
 MITRANE
 Oh amanti! Oh quanto poco
 basta a farvi sperar!
 TIRIDATE
                                        Con Egle io voglio
 parlar di nuovo. A me l'appella.
 MITRANE
                                                           Il cenno
 pronto eseguisco. (Entra nella capanna)
 TIRIDATE
                                    Oh che crudel contrasto
425di speranze e timori,
 giusti numi, ho nel sen! Non v'è del mio
 stato peggior.
 MITRANE
                            La pastorella è altrove; (Tornando)
 solitario è l'albergo.
 TIRIDATE
                                       Infin che torni
 l'attenderò. Vanne alle tende.
 MITRANE
                                                        È vana
430la cura tua. Quella sanguigna spoglia
 ch'io stesso rimirai...
 TIRIDATE
                                         Crudel Mitrane,
 io che ti feci mai? Deh la speranza
 non mi togliere almen.
 MITRANE
                                            Spesso la speme,
 principe, il sai, va con l'inganno insieme. (Parte)
 TIRIDATE
 
435   Non so se la speranza
 va con l'inganno unita;
 so che mantiene in vita
 qualche infelice almen.
 
    So che sognata ancora
440gli affanni altrui ristora
 la sola idea gradita
 del sospirato ben. (Entra nella capanna)