Zenobia, Torino, Reale, 1757

 SCENA II
 
 RADAMISTO solo
 
 RADAMISTO
 Ma convincimi almen, sentimi... O dio,
880a chi creder degg'io? Zopiro afferma
 che Zenobia è infedele; Egle sostiene
 che son vani i sospetti ond'io deliro.
 Giusti dei, chi m'inganna, Egle o Zopiro?
 Ti sento, oh dio, ti sento,
885gelosia, del mio cor furia tiranna.
 Tu mi vai replicando: «Egle t'inganna».
 
    Ah perché, s'io ti detesto,
 s'io ti scaccio, empio timore,
 ah perché così molesto
890mi ritorni a tormentar!
 
    Qual riposo aver poss'io,
 se vaneggio a tutte l'ore,
 se diventa il viver mio
 un eterno dubitar? (Mentre Radamisto è per partire, sente la voce di Zenobia, s’arresta e si rivolge)
 
 ZENOBIA
895Ma dove andiam? (Di dentro)
 RADAMISTO
                                     Qual voce udii? La sposa
 giurerei che parlò. Vien quindi il suono;
 cerchisi. O sorte alle mie brame arridi. (Nell’entrar Radamisto per la parte donde ascoltò la voce, escono poco lontano non veduti da lui Zenobia e Zopiro)