Zenobia, Parigi, Hérissant, 1780

 SCENA IV
 
 ZOPIRO e seguaci
 
 ZOPIRO
 Zenobia insieme e Tiridate! E come
580ella in vita tornò? Perché da lui
 si divide piangendo? Ah l'ama ancora.
 No; sposa a Radamisto
 la rigida Zenobia... Eh v'è rigore
 che d'un tenero amor regga alla prova?
585Che barbara, che nuova
 specie di gelosia
 aver rivale e non saper qual sia!
 
    Quel geloso incerto sdegno,
 onde acceso il cor mi sento,
590è il più barbaro tormento
 che si possa immaginar.
 
    Odio ed amo; e giunge a segno
 del mio fato il rio tenore
 che sperar non posso amore
595né mi posso vendicar. (Nel voler partire vede da lontano Radamisto e si trattiene)
 
 Da lungi a questa volta
 vien Radamisto. I miei seguaci ho meco;
 non differiam più la sua morte. Ei forse
 già dubita di me; là non mi attese
600dove il lasciai. Ma, se Zenobia è amante
 di Tiridate, un gran nemico io scemo
 al rival favorito. Ah se potessi
 irritarli fra lor, ridurre entrambi
 a distruggersi insieme e 'l premio intanto
605meco rapir di lor contese! Un colpo
 sarebbe inver d'arte maestra. Almeno
 si maturi il pensier. Fra quelle piante
 celatevi, o compagni. Eccolo; all'opra...
 Ma vien seco una ninfa.
610Che sia solo attendiam. (Si nasconde)