L’Ipermestra, Vienna, van Ghelen, 1744

 SCENA V
 
 ELPINICE e detti
 
 ELPINICE
                                   Così turbato in volto
605perché trovo Linceo? Con chi ti sdegni?
 LINCEO
 Dimandane a Plistene; ei potrà dirlo
 meglio di me. Seco ti lascio. (In atto di partire)
 PLISTENE
                                                      Ascolta. (Trattenendolo)
 LINCEO
 Abbastanza ascoltai. (Come sopra)
 PLISTENE
                                         Linceo perdona,
 trattenerti degg'io.
 LINCEO
                                     Ma sai che troppo
610ormai prence m'insulti e mi deridi?
 Sai che troppo ti fidi
 dell'antica amistà? Tutti i doveri
 io ne so; gli rispetto; e ben tu vedi
 se gran prove io ne do. Ma... poi...
 PLISTENE
                                                               Se m'odi,
615un consiglio fedel...
 LINCEO
                                      Miglior consiglio
 io ti darò. Le tue speranze audaci
 lusinga men; non irritarmi; e taci.
 
    Gonfio tu vedi il fiume,
 non gli scherzar d'intorno;
620forse potrebbe un giorno
 fuor de' ripari uscir.
 
    Tu minaccioso, altiero
 mai nol vedesti, è vero;
 ma può cangiar costume
625e farti impallidir. (Parte)