Siroe re di Persia, Napoli, Vocola, 1727

 SCENA ULTIMA
 
 MEDARSE, LAODICE e detti
 
 MEDARSE
 Padre.
 LAODICE
                Signor.
 MEDARSE
                                Del mio fallir ti chiedo
1505il perdono o la pena.
 LAODICE
                                        Anch'io son rea;
 vengo al giudice mio; l'incendio acceso
 in gran parte io destai.
 COSROE
                                            Siroe è l'offeso.
 SIROE
 Nulla Siroe rammenta. E tu mio bene (A Emira)
 deponi alfin lo sdegno. Ah mal s'unisce
1510con la nemica mia, la mia diletta.
 O scordati l'amore o la vendetta.
 EMIRA
 Più resister non posso. Io con l'esempio
 di sì bella virtù l'odio abbandono.
 COSROE
 E perché quindi il trono
1515sia per voi di piacer sempre soggiorno
 Siroe sarà tuo sposo.
 EMIRA e SIROE
                                        O lieto giorno. (Siegue l’incoronazione di Siroe)
 COSROE
 Ecco Persia il tuo re. Passi dal mio
 su quel crin la corona. Io stanco alfine
 volontier la depongo. Ei che a giovarvi
1520fu da' prim'anni inteso
 saprà con più vigor soffrirne il peso.
 CORO
 
    I suoi nemici affetti
 di sdegno e di timor
 il placido pensier
1525più non rammenti.
 
    Se nascono i diletti
 dal grembo del dolor
 oggetto di piacer
 sono i tormenti.
 
 FINE