Antigono, Dresda, s. n., 1744, D-Bds

 SCENA VIII
 
 BERENICE fra custodi e detti
 
 BERENICE
                                         Io son, lo vedo,
 fra' tuoi lacci, Alessandro, e ancor nol credo.
 a' danni di chi s'ama armar feroce
250i popoli soggetti
 è nuovo stil di conquistare affetti.
 ANTIGONO
 (Mille furie ho nel cor).
 ALESSANDRO
                                             Guardami in volto
 principessa adorata e dimmi poi
 qual più ti sembri il prigionier di noi.
 ISMENE
255(Infido!)
 ANTIGONO
                    (Audace!)
 ALESSANDRO
                                         Io di due scettri adorna
 t'offro la destra, o mio bel nume! E voglio
 che mia sposa t'adori e sua regina
 Macedonia ed Epiro. Andiam. Mi sembra
 lungo ogni istante. Ho sospirato assai.
 ANTIGONO
260Ah tempo è di morir. (Vuole uccidersi)
 ISMENE
                                           Padre che fai! (Trattenendolo)
 ALESSANDRO
 Qual furor! Si disarmi.
 ANTIGONO
                                             E vuoi la morte (Gli vien tolta la spada)
 rapirmi ancora!
 ALESSANDRO
                                Io de' trasporti tuoi
 Antigono arrossisco. In faccia all'ire
 della nemica sorte
265chi nacque al trono esser dovria più forte.
 ANTIGONO
 No no; qualor si perde
 l'unica sua speranza
 è viltà conservarsi e non costanza.
 ALESSANDRO
 Consolati; al destino
270l'opporsi è van; son le vicende umane
 da' fati avvolte in tenebroso velo;
 e i lacci d'imeneo formansi in cielo.
 ANTIGONO
 (Fremo).
 ALESSANDRO
                    Andiam Berenice; e innanzi all'ara
 la destra tua pegno d'amor...
 BERENICE
                                                      T'inganni
275se lo speri Alessandro. Io fé promisi
 ad Antigono; il sai.
 ANTIGONO
                                     (Respiro).
 ALESSANDRO
                                                          Il sacro
 rito non vi legò.
 BERENICE
                                Basta la fede
 a legar le mie pari.
 ANTIGONO
                                     (Ah qual contento
 m'inonda il cor!)
 ALESSANDRO
                                  Può facilmente il nodo
280onde avvinta tu sei
 Antigono disciorre.
 BERENICE
                                      Io non vorrei.
 ALESSANDRO
 No! (Resta immobile)
 ANTIGONO
            Che avvenne Alessandro? Onde le ciglia
 sì stupide e confuse? Onde le gote
 così pallide e smorte?
285Chi nacque al trono esser dovria più forte.
 ALESSANDRO
 (Che oltraggio o dei!)
 ANTIGONO
                                          Consolati. Al destino
 sai che l'opporsi è van.
 ALESSANDRO
                                            Dunque io non venni
 qui che agl'insulti ed a' rifiuti.
 ANTIGONO
                                                          Avvolge
 gli umani eventi un tenebroso velo;
290e i lacci d'imeneo formansi in cielo.
 ALESSANDRO
 Toglietemi o custodi
 quell'audace d'innanzi.
 ANTIGONO
                                             In questo stato
 a rendermi infelice io sfido il fato.
 
    Tu m'involasti un regno,
295hai d'un trionfo il vanto;
 ma tu mi cedi intanto
 l'impero di quel cor.
 
    Ci esamini il sembiante,
 dica ogni fido amante
300chi più d'invidia è degno,
 se il vinto o il vincitor. (Parte)