Antigono, Parigi, Quillau, 1755

 SCENA VII
 
 BERENICE sola
 
 BERENICE
 Berenice che fai! More il tuo bene,
 stupida, e tu non corri... Oh dio! Vacilla
1040l'incerto passo; un gelido mi scuote
 insolito tremor tutte le vene; (S’appoggia)
 e a gran pena il suo peso il piè sostiene.
 Dove son! Qual confusa
 folla d'idee tutte funeste adombra
1045la mia ragion! Veggo Demetrio; il veggo
 che in atto di ferir... Fermati; vivi;
 d'Antigono io sarò. Del core ad onta
 volo a giurargli fé. Dirò che l'amo;
 dirò... Misera me! S'oscura il giorno!
1050Balena il ciel! L'hanno irritato i miei
 meditati spergiuri. Aimè! Lasciate
 ch'io soccorra il mio ben, barbari dei;
 voi m'impedite e intanto
 forse un colpo improvviso...
1055Ah sarete contenti; eccolo ucciso.
 Aspetta, anima bella; ombre compagne
 a Lete andrem. Se non potei salvarti,
 potrò fedel... Ma tu mi guardi e parti!
 
    Non partir, bell'idol mio;
1060per quell'onda all'altra sponda
 voglio anch'io passar con te.
 
    Voglio anch'io...
 
                                   Me infelice!
 Che fingo! Che ragiono!
 Dove rapita io sono
1065dal torrente crudel de' miei martiri! (Piange)
 Misera Berenice, ah tu deliri.
 
    Perché, se tanti siete
 che delirar mi fate,
 perché non m'uccidete,
1070affanni del mio cor?
 
    Crescete, oh dio, crescete,
 fin che mi porga aita
 con togliermi di vita
 l'eccesso del dolor. (Parte)