Siroe re di Persia, Roma, Leone, 1727

 SCENA XIII
 
 EMIRA sotto nome d’Idaspe e detti
 
 EMIRA
 Chi tradisce il mio re? Per sua difesa
 ecco il braccio, ecco l'armi.
 SIROE
 Solo Idaspe mancava a tormentarmi.
 COSROE
 Vedi amico a qual pena (Dà il foglio ad Emira, quale lo legge da sé)
450mi serba il ciel.
 LAODICE
                               (Che inaspettati eventi!)
 EMIRA
 Donde l'avviso? È noto il reo? (Rende il foglio a Cosroe)
 MEDARSE
                                                         Medarse
 tutto svelò.
 SIROE
                       Il germano
 t'inganna, Idaspe, io palesai l'arcano.
 COSROE
 Dunque perché non scopri
455l'insidiator?
 SIROE
                          Dirti di più non deggio.
 EMIRA
 Perfido, e in questa guisa
 di mentita virtù copri il tuo fallo?
 A chi giovar pretendi? Hai già tradito
 l'offensore e l'offeso. Ei non è salvo,
460interrotto è il disegno
 e vanti per tua gloria un foglio indegno?
 Traditore, io vorrei...
 Signor, de' sdegni miei (A Cosroe)
 perdon ti chiedo, è il mio dover che parla.
465Perché son fido al padre
 io non rispetto il figlio;
 è mio proprio interesse il tuo periglio.
 LAODICE
 (Che ardir!)
 COSROE
                          Quanto ti deggio amato Idaspe.
 Impara ingrato, impara. Egli è straniero,
470tu sei mio sangue; il mio favore a lui,
 a te donai la vita; e pure, ingrato,
 ei mi difende e tu m'insidi il trono.
 SIROE
 Difendermi non posso e reo non sono.
 MEDARSE
 L'innocente non tace, io già parlai.
 EMIRA
475Via che pensi? Che fai? Chi giunse a tanto
 può ben l'opra compir. Tu non rispondi?
 So perché ti confondi. Hai pena e sdegno
 che del tuo core indegno
 tutta l'infedeltà mi sia palese;
480perciò taci e arrossisci,
 perciò né meno in volto osi mirarmi.
 SIROE
 Solo Idaspe mancava a tormentarmi.
 COSROE
 Medarse, quel silenzio
 giustifica l'accusa.
 MEDARSE
                                    Io non mentisco.
 EMIRA
485Se un mentitor si cerca
 Siroe sarà.
 SIROE
                       Ma questo è troppo Idaspe.
 Non ti basta? Che vuoi?
 EMIRA
                                              Vuo' che tu assolva
 da' sospetti il mio re.
 SIROE
                                         Che dir poss'io?
 EMIRA
 Di' che il tuo fallo è mio. Di' pur ch'io sono
490complice del delitto, anzi che tutta
 è tua la fedeltà, la colpa è mia.
 Capace ancor di questo egli saria. (A Cosroe)
 COSROE
 Ma lo sarebbe invan. Facile impresa
 l'ingannarmi non è. So la tua fede.
 EMIRA
495Così fosse per te di Siroe il core.
 COSROE
 Lo so ch'è un traditore. Ei non procura
 difesa né perdono.
 SIROE
 Difendermi non posso e reo non sono.
 MEDARSE
 E non è reo chi niega
500al padre un giuramento?
 LAODICE
 Non è reo l'ardimento
 del tuo foco amoroso?
 COSROE
 Non è reo chi nascoso
 io stesso ho qui veduto?
 EMIRA
505Non è reo chi ha potuto
 recar quel foglio e si sgomenta e tace
 quando seco io ragiono?
 SIROE
 Tutti reo mi volete e reo non sono.
 M'accusa e mi condanna
510un'empia ed un germano,
 l'amico e il genitore;
 troppo fedel son io,
 questo è il delitto mio, questo l'errore.
 
    Far di più sorte tiranna
515non potrai per tormentarmi
 col tuo barbaro rigor.
 
    Far non puoi che mentre io peno
 pur non resti a consolarmi
 l'innocenza del mio seno,
520la costanza del mio cor. (Parte)