Antigono, Torino, Reale, 1757

 SCENA XII
 
 BERENICE e DEMETRIO
 
 BERENICE
 Demetrio, ah fuggi almeno,
750fuggi almen tu.
 DEMETRIO
                               Mia Berenice, e il padre
 abbandonar dovrò?
 BERENICE
                                       Per vendicarlo
 serbati in vita.
 DEMETRIO
                              Io vo' salvarlo o voglio
 morirgli accanto. E morirò felice,
 or che so che tu m'ami.
 BERENICE
                                             Io t'amo! Oh dei!
755Chi tel disse? Onde il sai?
 Quando d'amor parlai?
 DEMETRIO
                                             Tu non parlasti
 ma quel ciglio parlò.
 BERENICE
                                        Fu inganno.
 DEMETRIO
                                                                Ah lascia
 a chi deve morir questo conforto.
 No, crudel tu non sei; proccuri invano
760finger rigor; ti trasparisce in volto
 co' suoi teneri moti il cor sincero.
 BERENICE
 E tu dici d'amarmi? Ah non è vero.
 Ti sarebbe più cara
 la mia virtù; non ti parria trionfo
765la debolezza mia; verresti meno
 a farmi guerra; estingueresti un foco
 che ci rende infelici,
 può farci rei; non cercheresti, ingrato,
 saper per te fra quali angustie io sono.
 DEMETRIO
770Berenice, ah non più; son reo; perdono.
 Eccomi qual mi vuoi. Conosco il fallo;
 l'emenderò. Da così bella scorta
 se preceder mi vedo,
 il cammin di virtù facile io credo.
 
775   Non temer, non son più amante,
 la tua legge ho già nel cor.
 
 BERENICE
 
    Per pietà da questo istante
 non parlar mai più d'amor.
 
 DEMETRIO
 
    Dunque addio... Ma tu sospiri?
 
 BERENICE
 
780Vanne. Addio. Perché t'arresti?
 
 DEMETRIO
 
 Ah per me tu non nascesti!
 
 BERENICE
 
 Ah non nacqui, oh dio, per te!
 
 A DUE
 
    Che d'amor nel vasto impero
 si ritrovi un duol più fiero,
785no, possibile non è. (Partono)
 
 Fine dell’atto secondo