Siroe re di Persia, Roma, Leone, 1727

 SCENA XVI
 
 LAODICE e MEDARSE
 
 LAODICE
575Gran mistero in que' detti Idaspe asconde.
 MEDARSE
 Semplice e tu lo credi? A te dovrebbe
 esser nota la corte. È di chi gode
 del principe il favor questo il costume.
 Gli enigmi artificiosi
580sembrano arcani ascosi. Allor che il volgo
 gl'intende men, più volentier gli adora,
 figurandosi in essi
 quel che teme o desia ma sempre invano,
 che v'è spesso l'enigma e non l'arcano.
 LAODICE
585Non credo che sian tali
 d'Idaspe i sensi. È ver ch'io non gl'intendo
 ma vo quando l'ascolto
 cangiando al par di lui voglia e pensiero
 né so più quel che temo e quel che spero.
 
590   Combattono il mio core
 la speme ed il timore.
 Se dico al cor: «Che speri?»
 se dico al cor: «Che temi?»
 rispondere non sa.
 
595   Nel mio dubbioso stato
 fabro ingegnoso il fato
 del mio dolor si fa. (Parte)