Siroe re di Persia, Roma, Leone, 1727

 SCENA PRIMA
 
 Deliziosa reale con acque.
 
 LAODICE, poi SIROE
 
 LAODICE
610Che funesto piacere
 è mai quel di vendetta!
 Figurata diletta
 ma lascia conseguita il pentimento.
 Lo so ben io che sento
615del periglio di Siroe in mezzo al core
 il rimorso e l'orrore.
 SIROE
                                        Alfin Laodice
 sei vendicata; a me soffrir conviene
 la pena del tuo fallo.
 LAODICE
                                       Amato prence
 così confusa io sono
620che non ho cor di favellarti.
 SIROE
                                                    Avesti
 però cor d'accusarmi.
 LAODICE
                                          Un cieco sdegno
 figlio del tuo disprezzo
 persuase l'accusa. Ah tu perdona,
 perdona o Siroe un violento amore.
625Mi punisce abbastanza il mio dolore.
 Non soffrirai de la menzogna il danno,
 io scoprirò l'inganno,
 saprà Cosroe ch'io fui...
 SIROE
                                             La tua ruina
 non fa la mia salvezza. Anche innocente
630di questa colpa, io di più grave errore
 già son creduto autor. Taci, potrebbe
 destar la tua pietà nuovi sospetti
 d'amorosa fra noi
 secreta intelligenza.
 LAODICE
                                       E quale ammenda
635può farmi meritare il tuo perdono?
 Tu me l'addita; a quanto
 prescriver mi vorrai pronta son io;
 ma poi scordati, o caro, il fallo mio.
 SIROE
 Più nol rammento e se ti par che sia
640la sofferenza mia di premio degna,
 più non amarmi.
 LAODICE
                                  Oh dio come potrei
 lasciar sì dolci affetti in abandono!
 SIROE
 Questo da te domando unico dono.
 LAODICE
 Dimmi crudel ch'io vada
645lungi dagl'occhi tuoi, dimmi ch'io taccia,
 sdegnami o mi discaccia,
 tutto soffro per te ma ch'io non t'ami
 troppo crudel mi chiedi e invan lo brami.
 SIROE
 Amandomi che speri?
 LAODICE
                                           Altro non spero
650che custodir gelosa
 l'idea di chi m'accende in mezzo al core
 e meritar penando
 d'una rara costanza il pregio almeno.
 SIROE
 E qual follia t'insegna
655a serbar tanta fede a chi ti sdegna?
 LAODICE
 
    Voi m'insegnate
 benché sdegnose
 luci adorate
 la fedeltà.
 
660   Quando volete
 ch'io non v'adori
 più mi togliete
 la libertà. (Parte)