Siroe re di Persia, Roma, Leone, 1727

 SCENA V
 
 MEDARSE e detti
 
 MEDARSE
 Signore.
 EMIRA
                   (Oh dei!)
 MEDARSE
                                       Perché quel ferro Idaspe?
 EMIRA
780Per deporlo al suo piè, v'è chi ha potuto
 farlo temer di me. Troppo geloso
 io son dell'onor mio.
 Io traditore! Oh dio
 nel più vivo del cor Siroe m'offese.
785Finché non scopri il vero
 eccomi disarmato e prigioniero. (A Cosroe)
 COSROE
 Che fedeltà!
 MEDARSE
                          Forse il german procura
 divider la sua colpa.
 COSROE
                                       Idaspe torni
 per mia difesa al fianco tuo la spada.
 EMIRA
790Perdonami o mio re, quando è in periglio
 d'un sovrano la vita ha corpo ogn'ombra.
 Prima dall'alma sgombra
 quell'idea che m'oltraggia e al fianco mio
 poscia per tuo riparo
795senza taccia d'error torni l'acciaro.
 COSROE
 No no, ripiglia il brando.
 EMIRA
 Ubbidirti non deggio.
 COSROE
                                           Io tel comando.
 EMIRA
 Così vuoi, non m'oppongo. Almen permetti
 ch'io la regia abandoni, acciò non dia
800di novelli sospetti
 colpa l'invidia all'innocenza mia.
 COSROE
 Anzi voglio che Idaspe
 sempre de' giorni miei vegli alla cura.
 EMIRA
 Io!
 COSROE
         Sì.
 EMIRA
                 Chi m'assicura
805della fede di tanti a cui commessa
 è la tua vita? Io debitor sarei
 de la colpa d'ognun; s'io fossi solo...
 COSROE
 E solo esser tu dei.
 Fra le reali guardie
810le più fide tu scegli. A tuo talento
 le cambia e le disponi e sia tuo peso
 di scoprir chi m'insidia.
 EMIRA
                                               Al regio cenno
 ubbidirò né dal mio sguardo accorto
 potrà celarsi il reo. (Son quasi in porto).
 
815   Benché s'asconda
 la serpe antica
 tra fronda e fronda,
 tra spica e spica,
 pur dalla cura
820non è sicura
 del pastorello
 che l'osservò.
 
    Al par di quello
 sol per te fido
825fin dentro il nido
 l'assalirò. (Parte)