Attilio Regolo, Friedrichstadt, Harpeter, 1750

 SCENA XI
 
 ATTILIA e BARCE
 
 ATTILIA
865Barce!
 BARCE
                Attilia!
 ATTILIA
                                Che dici?
 BARCE
 Che possiamo sperar?
 ATTILIA
                                           Nol so. Tumulti
 certo a destar corre Licinio; e questi
 esser ponno funesti
 alla patria ed a lui, senza che il padre
870perciò si salvi.
 BARCE
                             Amilcare sorpreso
 dal grand'atto di Publio, e punto insieme
 da' rimproveri suoi, men generoso
 esser non vuol di lui. Chi sa che tenta?
 E a qual rischio s'espone!
 ATTILIA
                                                 Il mio Licinio
875deh secondate oh dei!
 BARCE
                                           Lo sposo mio
 numi assistete!
 ATTILIA
                               Io non ho fibra in seno
 che non mi tremi.
 BARCE
                                    Attilia
 non dobbiamo avvilirci. Alfin più chiaro
 è adesso il ciel di quel che fu; si vede
880pur di speranza un raggio.
 ATTILIA
 Ah Barce, è ver; ma non mi dà coraggio.
 
    Non è la mia speranza
 luce di ciel sereno;
 di torbido baleno
885è languido splendor.
 
    Splendor che in lontananza
 nel comparir si cela,
 che il rischio, oh dio, mi svela
 ma non lo fa minor. (Parte)