Attilio Regolo, Friedrichstadt, Harpeter, 1750

 SCENA IV
 
 REGOLO ed AMILCARE
 
 AMILCARE
 Regolo alfin...
 REGOLO
                            Senza che parli intendo
 già le querele tue. Non ti sgomenti
 il moto popolar; Regolo in Roma
 vivo non resterà.
 AMILCARE
                                  Non so di quali
1015moti mi vai parlando. Io querelarmi
 teco non voglio. A sostenerti io venni
 che solo al Tebro in riva
 non nascono gli eroi,
 che vi sono alme grandi anche fra noi.
 REGOLO
1020Sia. Non è questo il tempo
 di inutili contese. I tuoi raccogli;
 t'appresta alla partenza.
 AMILCARE
 No. Pria m'odi; e rispondi.
 REGOLO
                                                   (Oh sofferenza!)
 AMILCARE
 È gloria l'esser grato?
 REGOLO
1025L'esser grato è dover. Ma già sì poco
 questo dover s'adempie,
 ch'oggi è gloria il compirlo.
 AMILCARE
                                                    E se il compirlo
 costasse un gran periglio?
 REGOLO
                                                  Ha il merto allora
 d'un'illustre virtù.
 AMILCARE
                                    Dunque non puoi
1030questo merto negarmi. Odi. Mi rende
 del proprio onor geloso
 la mia Barce il tuo figlio; e pur l'adora;
 io generoso ancora
 vengo il padre a salvargli; e pur m'espongo
1035di Cartago al furor.
 REGOLO
                                      Tu! Vuoi salvarmi!
 AMILCARE
 Io.
 REGOLO
         Come!
 AMILCARE
                        A te lasciando
 agio a fuggir. Questi custodi ad arte
 allontanar farò. Tu cauto in Roma
 celati sol fintanto
1040che, senza te con simulato sdegno,
 quindi l'ancore io sciolga.
 REGOLO
 (Barbaro!)
 AMILCARE
                       E ben che dici?
 Ti sorprende l'offerta.
 REGOLO
                                           Assai.
 AMILCARE
                                                         L'avresti
 aspettata da me?
 REGOLO
                                  No.
 AMILCARE
                                            Pur la sorte
1045non ho d'esser roman.
 REGOLO
                                           Si vede.
 AMILCARE
                                                            Andate
 custodi... (Agli africani)
 REGOLO
                     Alcun non parta. (a’ medesimi)
 AMILCARE
 Perché?
 REGOLO
                  Grato io ti sono
 del buon voler; ma verrò teco.
 AMILCARE
                                                         E sprezzi
 la mia pietà?
 REGOLO
                           No; ti compiango. Ignori
1050che sia virtù. Mostrar virtù pretendi;
 e me, la patria tua, te stesso offendi.
 AMILCARE
 Io!
 REGOLO
         Sì. Come disponi
 della mia libertà? Servo son io
 di Cartago o di te?
 AMILCARE
                                     Non è tuo peso
1055l'esaminar se il beneficio...
 REGOLO
                                                   È grande
 il beneficio inver! Rendermi reo,
 profugo, mentitor...
 AMILCARE
                                       Ma qui si tratta
 del viver tuo. Sai che supplizi atroci
 Cartago t'apprestò? Sai quale scempio
1060là si farà di te?
 REGOLO
                              Ma tu conosci
 Amilcare i Romani?
 Sai che vivon d'onor? Che questo solo
 è sprone all'opre lor, misura, oggetto?
 Senza cangiar d'aspetto
1065qui s'impara a morir. Qui si deride
 pur che gloria produca ogni tormento;
 e la sola viltà qui fa spavento.
 AMILCARE
 Magnifiche parole
 belle ad udir. Ma inopportuno è meco
1070quel fastoso linguaggio. Io so che a tutti
 la vita è cara, e che tu stesso...
 REGOLO
                                                        Ah troppo
 di mia pazienza abusi. I legni appresta,
 raduna i tuoi seguaci;
 compisci il tuo dover, barbaro, e taci.
 AMILCARE
 
1075   Fa' pur l'intrepido;
 m'insulta audace;
 chiama pur barbara
 la mia pietà.
 
    Sul Tebro Amilcare
1080t'ascolta e tace;
 ma presto in Africa
 risponderà. (Parte)