Attilio Regolo, Parigi, Quillau, 1755

 SCENA II
 
 ATTILIA, MANLIO dalla scala, littori e popolo
 
 ATTILIA
 Manlio, per pochi istanti
 t'arresta e m'odi.
 MANLIO
                                  E questo loco, Attilia,
65parti degno di te?
 ATTILIA
                                    Non fu sintanto
 che un padre invitto in libertà vantai;
 per la figlia d'un servo è degno assai.
 MANLIO
 A che vieni?
 ATTILIA
                          A che vengo! Ah fino a quando
 con stupor della terra,
70con vergogna di Roma in vil servaggio
 Regolo ha da languir? Scorrono i giorni,
 gli anni giungono a lustri e non si pensa
 ch'ei vive in servitù. Qual suo delitto
 meritò da' Romani
75questo barbaro oblio? Forse l'amore
 onde i figli e sé stesso
 alla patria pospose? Il grande, il giusto,
 l'incorrotto suo cor? L'illustre forse
 sua povertà ne' sommi gradi? Ah come
80chi quest'aure respira
 può Regolo obliar! Qual parte in Roma
 non vi parla di lui! Le vie? Per quelle
 ei passò trionfante. Il Foro? A noi
 provide leggi ivi dettò. Le mura
85ove accorre il Senato? I suoi consigli
 là fabbricar più volte
 la pubblica salvezza. Entra ne' tempi,
 ascendi, o Manlio, il Campidoglio e dimmi
 chi gli adornò di tante
90insegne pellegrine
 puniche, siciliane e tarentine.
 Questi, questi littori
 ch'or precedono a te, questa che cingi
 porpora consolar Regolo ancora
95ebbe altre volte intorno. Ed or si lascia
 morir fra' ceppi? Ed or non ha per lui
 che i pianti miei ma senza pro versati?
 Oh padre! Oh Roma! Oh cittadini ingrati!
 MANLIO
 Giusto, Attilia, è il tuo duol ma non è giusta
100l'accusa tua. Di Regolo la sorte
 anche a noi fa pietà. Sappiam di lui
 qual faccia empio governo
 la barbara Cartago...
 ATTILIA
                                        Eh che Cartago
 la barbara non è. Cartago opprime
105un nemico crudel; Roma abbandona
 un fido cittadin. Quella rammenta
 quant'ei già l'oltraggiò; questa si scorda
 quant'ei sudò per lei. Vendica l'una
 i suoi rossori in lui; l'altra il punisce
110perché d'allor le circondò la chioma;
 la barbara or qual è? Cartago o Roma?
 MANLIO
 Ma che far si dovrebbe?
 ATTILIA
                                               Offra il Senato
 per lui cambio o riscatto
 all'africano ambasciador.
 MANLIO
                                                Tu parli,
115Attilia, come figlia; a me conviene
 come console oprar. Se tal richiesta
 sia gloriosa a Roma
 fa d'uopo esaminar. Chi a le catene
 la destra accostumò...
 ATTILIA
                                          Donde apprendesti
120così rigidi sensi?
 MANLIO
                                  Io n'ho sugli occhi
 i domestici esempi.
 ATTILIA
                                       Eh di' che al padre
 sempre avverso tu fosti.
 MANLIO
                                              È colpa mia
 s'ei vincer si lasciò? Se fra' nemici
 rimase prigionier?
 ATTILIA
                                      Pria d'esser vinto
125ei v'insegnò più volte...
 MANLIO
                                             Attilia, ormai
 il Senato è raccolto; a me non lice
 qui trattenermi. Agli altri padri inspira
 massime meno austere. Il mio rigore
 forse puoi render vano,
130ch'io son console in Roma e non sovrano.
 
    Mi crederai crudele,
 dirai che fiero io sia;
 ma giudice fedele
 sempre il dolor non è.
 
135   M'affliggono i tuoi pianti
 ma non è colpa mia
 se quel che giova a tanti
 solo è dannoso a te. (Parte)