Attilio Regolo, Parigi, Quillau, 1755

 SCENA IV
 
 PUBLIO e dette
 
 PUBLIO
                                           Germana...
 son fuor di me... Regolo è in Roma.
 ATTILIA
                                                                  Oh dio!
 Che assalto di piacer! Guidami a lui.
 Dov'è? Corriam...
 PUBLIO
                                   Non è ancor tempo. Insieme
155con l'orator nemico attende adesso
 che l'ammetta il Senato.
 ATTILIA
                                               Ove il vedesti?
 PUBLIO
 Sai che questor degg'io
 gli stranieri oratori
 d'ospizio proveder. Sento che giunge
160l'orator di Cartago; ad incontrarlo
 m'affretto al porto; un africano io credo
 vedermi in faccia e il genitor mi vedo.
 ATTILIA
 Che disse? Che dicesti?
 PUBLIO
                                              Ei su la ripa
 era già quand'io giunsi e 'l Campidoglio,
165ch'indi in parte si scopre,
 stava fisso a mirar. Nel ravvisarlo
 corsi gridando: «Ah caro padre!» e volli
 la sua destra baciar. M'udì, si volse,
 ritrasse il piede; e in quel sembiante austero
170con cui già fe' tremar l'Africa doma:
 «Non son padri» mi disse «i servi in Roma».
 Io replicar volea; ma se raccolto
 fosse il Senato e dove
 chiedendo m'interruppe. Udillo e senza
175parlar là volse i passi. Ad avvertirne
 il console io volai. Dov'è? Non veggo
 qui d'intorno i littori...
 BARCE
                                            Ei di Bellona
 al tempio s'inviò.
 ATTILIA
                                   Servo ritorna
 dunque Regolo a noi?
 PUBLIO
                                          Sì; ma di pace
180so che reca proposte, e che da lui
 dipende il suo destin.
 ATTILIA
                                          Chi sa se Roma
 quelle proposte accetterà.
 PUBLIO
                                                 Se vedi
 come Roma l'accoglie,
 tal dubbio non avrai. Di gioia insani
185son tutti, Attilia. Al popolo che accorre
 sono anguste le vie. L'un l'altro affretta;
 questo a quello l'addita. Oh con quai nomi
 chiamar l'intesi! E a quanti
 molle osservai per tenerezza il ciglio!
190Che spettacolo, Attilia, al cor d'un figlio!
 ATTILIA
 Ah Licinio dov'è? Di lui si cerchi;
 imperfetta saria
 non divisa con lui la gioia mia.
 
    Goda con me s'io godo
195l'oggetto di mia fé,
 come penò con me
 quand'io penai.
 
    Provi felice il nodo
 in cui l'avvolse amor;
200assai tremò finor,
 sofferse assai. (Parte)