Siroe re di Persia, Roma, Leone, 1727

 SCENA IX
 
 MEDARSE e detti
 
 MEDARSE
 Come! Nessuno è teco?
 SIROE
                                             Ho sempre a lato
 la crudel compagnia di mie sventure.
 MEDARSE
 Son già quasi sicure
 le tue felicità. Deve a momenti
920qui venir Cosroe e forse
 a consolarti ei viene.
 SIROE
                                        Or vedi quanto
 sventurato son io. Del padre invece
 giunge Medarse.
 MEDARSE
                                  Il tuo piacer saria
 poter senza compagno
925seco parlar, porresti in uso allora
 lusinghe e prieghi e ricoprir con arte
 sapresti il mal talento,
 semplice se lo speri, io nol consento.
 SIROE
 T'inganni, a me non spiace
930favellar te presente,
 chi delitto non ha rossor non sente.
 Pena in vederti è il sovvenirmi solo
 ch'abbia fonte comune il sangue nostro.
 MEDARSE
 Sarà mio merto e la corona e l'ostro.