Siroe re di Persia, Roma, Leone, 1727

 SCENA XIV
 
 EMIRA e LAODICE
 
 EMIRA
 (A costei che dirò?)
 LAODICE
                                       Da' labri tuoi
 ora dipende, Idaspe,
 il riposo d'un regno, il mio contento.
 EMIRA
 Di Siroe, a quel ch'io sento,
1090senza noia Laodice
 le nozze accettaria.
 LAODICE
                                     Sarei felice.
 EMIRA
 Dunque l'ami?
 LAODICE
                               L'adoro.
 EMIRA
 E speri la sua mano...
 LAODICE
 Stringer per opra tua.
 EMIRA
                                           Lo speri invano.
 LAODICE
1095Perché?
 EMIRA
                  Posso svelarti un mio segreto?
 LAODICE
 Parla.
 EMIRA
              Del tuo sembiante,
 perdonami l'ardire, io vivo amante.
 LAODICE
 Di me!
 EMIRA
                 Sì; chi mai puote
 mirar senza avvampar quell'aureo crine,
1100quelle vermiglie gote,
 le labra coralline,
 il bianco sen, le belle
 due rilucenti stelle. Ah se non credi
 qual fuoco ho in petto accolto
1105guarda e vedrai che mi rosseggia in volto.
 LAODICE
 E tacesti...
 EMIRA
                      Il rispetto
 muto finor mi rese.
 LAODICE
                                       Ascolta Idaspe,
 amarti non poss'io.
 EMIRA
 Così crudele, oh dio!
 LAODICE
                                        S'è ver che m'ami,
1110servi agli affetti miei. L'amato prence
 con virtù di te degna a me concedi.
 EMIRA
 Oh questo no, troppa virtù mi chiedi.
 LAODICE
 Siroe si perde.
 EMIRA
                              Il cielo
 gl'innocenti difende.
 LAODICE
                                         E se la speme
1115me pietosa ti finge ella t'inganna.
 EMIRA
 Tanto meco potresti esser tiranna?
 LAODICE
 La tua crudel sentenza
 insegna a me la tirannia.
 EMIRA
                                                Pazienza.
 LAODICE
 T'odierò finch'io viva e non potrai
1120riderti de' miei danni.
 EMIRA
 Saranno almen comuni i nostri affanni.
 LAODICE
 
    Amico il fato
 mi guida in porto
 e tu spietato
1125mi fai perir.
 
    Ti renda amore
 per mio conforto
 tutto il dolore
 che fai soffrir. (Parte)