Attilio Regolo, Parigi, Hérissant, 1781

 SCENA II
 
 PUBLIO e detti
 
 PUBLIO
 Manlio! Padre!
 REGOLO
                               Che avvenne?
 PUBLIO
 Roma tutta è in tumulto; il popol freme;
 non si vuol che tu parta.
 REGOLO
                                              E sarà vero
 che un vergognoso cambio
950possa Roma bramar?
 PUBLIO
                                          No, cambio o pace
 Roma non vuol; vuol che tu resti.
 REGOLO
                                                              Io! Come?
 E la promessa? E il giuramento?
 PUBLIO
                                                              Ognuno
 grida che fé non dessi
 a perfidi serbar.
 REGOLO
                                 Dunque un delitto
955scusa è dell'altro. E chi sarà più reo,
 se l'esempio è discolpa?
 PUBLIO
                                              Or si raduna
 degli auguri il collegio; ivi deciso
 il gran dubbio esser deve.
 REGOLO
                                                  Uopo di questo
 oracolo io non ho. So che promisi;
960voglio partir. Potea
 della pace o del cambio
 Roma deliberar; del mio ritorno
 a me tocca il pensier. Pubblico quello,
 questo è privato affar. Non son qual fui;
965né Roma ha dritto alcun sui servi altrui.
 PUBLIO
 Degli auguri il decreto
 s'attenda almen.
 REGOLO
                                 No; se l'attendo, approvo
 la loro autorità. Custodi, al porto. (Agli africani)
 Amico, addio. (A Manlio partendo)
 MANLIO
                              No, Regolo; se vai
970fra la plebe commossa, a viva forza
 può trattenerti; e tu, se ciò succede,
 tutta Roma fai rea di poca fede.
 REGOLO
 Dunque mancar degg'io?
 MANLIO
                                                 No; andrai; ma lascia
 che quest'impeto io vada
975prima a calmar. Ne sederà l'ardore
 la consolare autorità.
 REGOLO
                                         Rimango,
 Manlio, su la tua fé; ma...
 MANLIO
                                                 Basta; intendo.
 La tua gloria desio
 e conosco il tuo cor; fidati al mio.
 
980   Fidati pur; rammento
 che nacqui anch'io romano;
 al par di te mi sento
 fiamme di gloria in sen.
 
    Mi niega, è ver, la sorte
985le illustri tue ritorte;
 ma, se le bramo invano,
 so meritarle almen. (Parte)