Il re pastore, Vienna, van Ghelen, 1751

 SCENA IV
 
 ALESSANDRO e detti
 
 ALESSANDRO
 Agenore? (Ad Agenore che parte)
 AGENORE
                      Signor.
 ALESSANDRO
                                      Fermati. Io deggio
 poi teco favellar. Per qual cagione (Agenore si ferma)
 resta il re di Sidone (Ad Aminta)
410ravvolto ancor fra quelle lane istesse?
 AMINTA
 Perché ancor non impresse
 su quella man che lo solleva al regno
 del suo grato rispetto un bacio in pegno.
 Soffri che prima al piede
415del mio benefattor... (Vuole inginocchiarsi)
 ALESSANDRO
                                         No; dell'amico
 vieni alle braccia; e di rispetto invece
 rendigli amore. Esecutor son io
 dei decreti del ciel; tu del contento
 che in eseguirgli io provo
420sol mi sei debitor. Per mia mercede
 chiedo la gloria tua.
 AMINTA
                                       Qual gloria o dei
 io saprò meritar, se fino ad ora
 una greggia a guidar solo imparai?
 ALESSANDRO
 Sarai buon re, se buon pastor sarai.
425Ama la nuova greggia
 come l'antica; e dell'antica al pari
 te la nuova amerà. Tua dolce cura
 il ricercar per quella
 ombre liete, erbe verdi, acque sincere
430non fu sinor? Tua dolce cura or sia
 e gli agi ed i riposi
 di quest'altra cercar. Vegliar le notti,
 i dì sudar per la diletta greggia,
 alle fiere rapaci
435esporti generoso in sua difesa,
 forse è nuovo per te? Forse non sai
 le contumaci agnelle
 più allettar con la voce
 che atterrir con la verga? Ah porta in trono,
440porta il bel cor d'Aminta; e amici i numi
 come avesti fra' boschi in trono avrai;
 sarai buon re, se buon pastor sarai.
 AMINTA
 Sì. Ma in un mar mi veggo
 ignoto e procelloso. Or se tu parti,
445chi sarà l'astro mio? Da chi consigli
 prender dovrò?
 ALESSANDRO
                                Già questo dubbio solo
 mi promette un gran re. Del mar che varchi
 tu prevedi, e mi piace,
 già lo scoglio peggior. Darne consiglio
450spesso non sa chi vuole,
 spesso non vuol chi sa. Di fé, di zelo,
 di valor, di virtù sugli occhi nostri
 fa pompa ognun; ma sempre eguale al volto
 ognun l'alma non ha. Sceglier fra tanti
455chi sappia e voglia è gran dottrina, e forse
 è la sola d'un re. Per mano altrui
 ben di Marte e d'Astrea l'opre più belle
 può un re compir; ma il penetrar gli oscuri
 nascondigli di un cor, distinguer chiara
460la verità fra le menzogne oppressa,
 è la grande al re solo opra commessa.
 AMINTA
 Ma donde un sì gran lume
 può sperare un pastor?
 ALESSANDRO
                                             Dal ciel che illustra
 quei che sceglie a regnar. Nebbie d'affetti
465se dal tuo cor tu sollevar non lasci
 a turbarti il seren, tutto vedrai.
 Sarai buon re, se buon pastor sarai.
 AMINTA
 Tanto ardir da quei detti...
 ALESSANDRO
                                                   Or va', deponi
 quelle rustiche vesti; altre ne prendi;
470e torna a me. Già di mostrarti è tempo
 a' tuoi fidi vassalli.
 AMINTA
                                     Ah fate o numi,
 fate che Aminta in trono
 sé stesso onori, il donatore e il dono.
 
    Ah per voi la pianta umile
475prenda o dei miglior sembianza;
 e risponda alla speranza
 d'un sì degno agricoltor.
 
    Trasportata in colle aprico
 mai non scordi il bosco antico,
480né la man che la feconda
 d'ogni fronda e d'ogni fior. (Parte)